Crisi economica globale, guerre, smarrimento, perdita di valori... in una parola caos! Non fa per me, a me piace l'ordine, la simmetria delle cose; ma soprattutto mi piace la verità, o almeno è quello che cerco.

venerdì 22 novembre 2013

L'ignoranza

Come vi avevo accennato ho intenzione di cambiare un po' il taglio dei miei articoli: non solo articoli "scientifici", ma anche considerazioni personali buttate giù di getto su qualcosa che mi ha colpito in modo particolare.

Ecco, questo è il taglio di questo articolo.

Non sono un secchione; sono però una persona molto curiosa e desiderosa di conoscere le cose più svariate, non solo in campo medico. Leggo moltissimi libri, almeno 2/3 libri al mese; saggi principalmente.
Non che voglia definirmi una persona colta, tutt'altro (il titolo di questo pezzo la dice lunga...).
Ad ogni modo mi è capitato più di una volta che i miei amici, dopo aver visto un tizio in televisione, un servizio, letto un articolo su internet, mi chiedano se quello che hanno visto, sentito, letto sia vero o no.
La maggior parte delle volte, non so dare una risposta.
La mia risposta tipica è: be' non è proprio così; ancora non è chiaro come o perché tuttavia ci sono buoni indizi....ecc.
Anzi, spesso la mia risposta è un semplice NO! Al che loro mi chiedono: se non è così, allora com'è? E di nuovo la solita risposta vaga che appare tutto tranne che "vera".
E' così che spesso scherzando mi dicono: a Ferazza', tu leggi questo e quello, ti dai tante arie da scienziato; però alla fine com'è che non sai un cazzo? E la discussione "seria" finisce così con una risata.
Questa domanda in realtà nasconde la causa della progressiva sfiducia delle persone nei confronti della scienza, e secondo me è la chiave, il motivo per cui la scienza non è compresa in fondo dal grande pubblico.

Da che mondo e mondo l'uomo si pone delle domande su quello che ha intorno in cerca di risposte. Un tempo l'uomo aveva solo la vista, quindi l'osservazione, e la sua mente, con cui poteva speculare e darsi le risposte alle domande che cercava. E la cosa sembrava funzionare piuttosto bene: la filosofia e la logica facevano il loro lavoro come si deve.  Le verità che si estrapolavano erano verità "FORTI" apparentemente.
Poi ad un certo punto nacque il metodo scientifico sperimentale e la tecnologia fece dei progressi da gigante: a questo punto l'uomo aveva dei nuovi strumenti con i quali porre le domande, indagare la natura; solo che cominciò ad accadere qualcosa di inaspettato...
Ogni risposta nuova, andava a rodere in parte le fondamenta di quelle antiche verità, e come se non bastasse ogni risposta si portava con se nuove domande.
Le nuove verità erano quindi più deboli e le cose che non conoscevamo invece di diminuire ad ogni nuova risposta che trovavamo, aumentavano. Più andavamo avanti da un punto di vista scientifico e tecnologico, più ci rendevamo conto di quanto le cose fossero in realtà più complicate e di quanto fossimo ignoranti.

Le cose, purtroppo o per fortuna (io dico per fortuna, sai che noia se già conoscessimo tutto...) stanno ancora così. E da una parte è più facile dire cosa non sia una cosa, piuttosto che cosa essa sia.

La verità è che non abbiamo verità così forti da poter dire in modo certo come stanno le cose. E' un fatto incontrovertibile questo, e alla fine tutti, compresi gli scienziati deterministi più accaniti, devono sbatterci il grugno. E la mia non vuole essere una giustificazione al fatto che spesso non so dare risposte a delle apparentemente semplici domande che mi vengono poste.
Capire questo concetto significa capire davvero la scienza; e sono sicuro che una volta che lo capirete, non potrete non innamorarvi di essa.

Vi lascio infine un link: è un video di una conferenza TED di un professore, un neuroscienziato, Stuart Firestein. Se con le mie parole non sono stato chiaro, sono abbastanza convinto che lui vi farà comprendere quello che voglio dire.


http://www.ted.com/talks/stuart_firestein_the_pursuit_of_ignorance.html

http://on.ted.com/Firestein


martedì 19 novembre 2013

CORDONE OMBELICALE: donarlo o conservarlo?


Questo argomento è particolare e forse non interessa a tutti; anzi, sono convinto che almeno la metà di voi, in quanto di genere maschile, non dovrà mai porsi questa domanda.





Credo tuttavia che sia un esempio reale e concreto, anche abbastanza semplice da comprendere, di come sulla base di mezze falsità e con l'aiuto dei medium attualmente disponibili, si possa creare un vero e proprio business sulla salute. Inoltre, dimostrerò che nonostante viviamo nel "paese delle meraviglie" come dice qualcuno - e a ragione in parte - tutto sommato le leggi ci tutelano anche meglio che in altri paesi dove un eccessivo "liberismo" porta alla proliferazione di vere e proprie cliniche mediche, banche di questo e di quello, che con tutto hanno a che fare tranne che con la medicina e la salute delle persone.
Questo è proprio il caso del business nato dietro alla conservazione del cordone ombelicale.
Ma andiamo per gradi, e cerchiamo di capire meglio di cosa stiamo parlando; dopotutto nonostante io sia un laureando in odontoiatria sono dovuto andare ad informarmi al di fuori del mio piano di studi per capire bene questo argomento, figuriamo chi nella vita fa tutt'altro.





La prima cosa che ci sarebbe da dire, è che è errato parlare di cordone ombelicale: il cordone ombelicale in sé non ha nessuna proprietà o utilità a fine medico/salutistico una volta che il bambino è nato.
Quello che invece è di gran valore è il tessuto contenuto all'interno: il sangue del cordone ombelicale.
Questo sangue ha un elevato contenuto di cellule non ancora completamente sviluppate, le cellule staminali.

Queste cellule rappresentano una risorsa davvero fantastica: teoricamente hanno la capacità di differenziarsi e specializzarsi in qualsiasi tipo di cellula presente nel corpo umano. Dico in teoria perché le cose sono ben più complicate di: prendo le cellule, le inietto, queste si impiantano, crescono e si differenziano... Magari fosse tutto così facile, probabilmente avremmo la cura per qualsiasi male, addirittura potremmo sconfiggere la morte!
Ad ogni modo nel mondo - e in Italia - sono a lavoro centinaia e centinaia tra scienziati, medici, biologi, informatici,  ingegneri e chi ne ha più ne metta affinché forse un giorno si possa arrivare a qualcosa di simile a quanto illustrato prima.
Ok, direte voi, ma allora, in pratica, a cosa serve questo sangue del cordone ombelicale? Da quanto ci hai illustrato te prima sembra che di fatto ad oggi sia quasi inutile...
Assolutamente non è così: le cellule staminali derivate dal sangue del cordone ombelicale possono essere utili per tantissime malattie, ad oggi, e in futuro appunto chissà.
L'uso più frequente di queste cellule sta nella cura di tutte quelle malattie del sistema emopoietico, come la talassemia ad esempio, e quei tumori maligni che richiedono un trapianto di midollo, quindi leucemie linfomi, ma anche alcune malattie del metabolismo e alcune immunodeficienze.
Si stanno facendo poi numerosi studi su malattie neuro-degenerative, come la sclerosi multipla. 

Ecco, credo che a questo punto vi siate potuti fare più o meno un'idea di cosa si sta parlando, ora possiamo finalmente puntare nella direzione finale e proveremo a rispondere alla domanda con la quale ho aperto questo articolo.
Penso che vi siate fatti tutti un'idea di quanto possano essere importanti queste cellule; magari qualcuno di voi, egoisticamente, ha pensato che se avesse a disposizione le sue cellule staminali, e  magari un giorno sviluppasse una di queste bruttissime malattie, avrebbe un jolly incredibile da giocarsi nella partita della vita! E a questo punto pensa che quando avrà un figlio invece di donare il cordone ombelicale, sarebbe meglio conservarlo per un eventuale futuro trapianto autologo! Dopotutto perché regalare una cosa a qualcun'altro, quando potrebbe un giorno salvare la vita di mio figlio?
Peccato che in Italia c'è una legge che vieta il trapianto autologo di cellule staminali, e la loro conservazioni per questi scopi. Ed ecco che, proprio ai confini dell'Italia, in paesi dove la conservazione per uso autologo delle cellule staminali è consentito, fioriscono numerosissime "banche del cordone", vere e proprie aziende, con i loro procacciatori, le loro pubblicità e tutto il resto.
Con una cifra che oscilla tra i 2000 e i 5000 euro queste banche vi conservano il sangue cordonale di vostro figlio per una ventina di anni più o meno. Niente male è?!
Si, peccato che è totalmente inutile. Vediamo perché.







Per molte delle malattie che ho accennato sopra, vi è un forte componente genetica nella genesi: le cellule staminali del cordone hanno lo stesso codice genetico di tutte le altre cellule dell'organismo della persona; trapiantare cellule che presentano gli stessi difetti che sono stati concausa della malattia non è proprio un'idea geniale, oltre che è comprovato sia inutile. Le cellule provenienti da un'altra persona invece hanno meno probabilità di avere quelle stesse caratteristiche, quindi sono più sicure e garantiscono un successo maggiore.
In realtà, ci sarebbero delle malattie da cui si potrebbe trarre giovamento anche da cellule autologhe, ma anche in questi casi conservare le cellule in banche del cordone private, non ha senso: stiamo parlando di trapianti, effettuati su persone molto malate; anche il più piccolo problema può essere fatale. E' per questo che nelle "banche pubbliche" la conservazione del sangue cordonale ha degli standard di accettazione e di conservazione elevatissimi, che solo una struttura pubblica può garantire. Di fatto, ad oggi nessun campione di sangue cordonale conservato in una banca privata è stato utilizzato sul suolo italiano perché non rispettava gli standard richiesti.

Quindi: conservare il sangue cordonale in una banca del cordone privata all'esterno? NO.

L'alternativa che ci resta è quella di donare il sangue cordonale.
Donare il sangue cordonale del proprio bambino è davvero un gesto di generosità e di umanità, per diversi motivi: per prima cosa questo sangue potrà essere usato per curare qualche persona malata; se mai non venisse usato per curare qualcuno verrà come usato a scopo scientifico per la ricerca medica.
Se tutte le mamme donassero il sangue cordonale dei propri figli, ce ne sarebbe a disposizione di più; la stessa cosa che accade con la donazione del sangue: se tutti lo donassero (chi può naturalmente), ce ne sarebbe tanto, e se magari un giorno servisse anche a me, non avrei problemi a trovarlo...
La generosità è cosi: ti torna indietro nel vero momento del bisogno.
Ad oggi, con le donazioni italiane è stato possibile salvare circa 30000 persone nel mondo (esiste una banca dati mondiale per il cordone ombelicale).
E le strutture andrebbero potenziate ancora di più: ho letto di più di una neo-mamma intenzionata a donare il cordone ombelicale del proprio figlio, che si è vista rifiutare la proposta per i motivi più disparati... E' necessaria una sensibilizzazione a livello nazionale su questa pratica affinché si possa diffondere e radicare nella nostra cultura.


Con questo articolo mi ero dato un duplice obiettivo: da un lato mette in guardia dalle pratiche truffaldine messe in piedi dalle banche del cordone; dall'altro mette in luce l'importanza della donazione del cordone ombelicale. Non è stato un argomento facile, ma spero che abbiate apprezzato i miei sforzi nel tentare di fare un po' di chiarezza su questo argomento, in modo semplice, veloce, e spero anche simpatico.



giovedì 14 novembre 2013

cambiamento...

Ne è passato di tempo dall'ultimo post; purtroppo esami, reparti e tesi non mi danno tregua e il tempo a disposizione per poter scrivere qualcosa si è ridotto a zero.
Non ho smesso però di pensare a questo blog: a cosa dovesse rappresentare, di cosa dovrebbe parlare; mi sono appuntato e ho abbozzato decine di temi caldi su cui potrei scrivere un pezzo. Questo fatto rende ancora più frustrante il fatto che non abbia il tempo per poter scrivere quello che voglio.
Mi piace scrivere, e ne sento il bisogno. Mettere nero su bianco i miei pensieri, le mie idee, quello che mi è successo in quella determinata situazione e come ho risolto il problema mi aiuta a fare chiarezza. Finché le parole restano ammassate nella mia mente in modo confuso non riesco a mettere a fuoco e a prendere la mira. Quando mi siedo e prendo un foglio e una penna, oppure mi metto davanti al mio pc, qualcosa cambia: dentro di me sento una voce che mi narra la storia che devo scrivere, ed è così che di primo acchitto tutte quelle parole sconfusionate cominciano a prendere un ordine dotato di senso proprio. In fondo non sono le parole ad avere il significato, ma il come queste siano distribuite nello spazio e nel tempo. Sono le connessioni che portano significato.

Cambiamento dicevo...
Non sono più convinto che "Pensiero Scientifico" sia il titolo adatto al mio blog; non è più quello di cui voglio parlare. O meglio non è solo di quello.
Ho cominciato a scrivere questo blog perché credevo che potessi dare un piccolo contributo al web e a chi lo abita condividendo quello che ho studiato nell'arco della mia formazione accademica ma sopratutto extra-accademica.
Il blog ha più o meno un anno di vita e in questo anno sono stato capace di pubblicare appena una ventina di post, quando invece giornalmente mi imbatto in decine di argomenti e situazioni che meriterebbero di essere raccontate.
Questo modo, il mio vecchio modo di fare blog, ha fallito. Non sono un "professionista della rete", non ho tutte le competenze necessarie per poter portare avanti qualcosa di così grande. Mi piacerebbe molto, ma non è quello che farò.

Mi sono reso conto, mi sto rendendo conto, che quello di cui c'è bisogno è qualcosa di diverso che di un sito chiamato "pensiero scientifico", ampolloso, che parla di cose noiose per la maggior parte della gente ma che sopratutto sono apparentemente inutili.
Ancora non mi è ben chiaro cosa diventerà Pensiero Scientifico: forse per quello che vorrei fare mi può bastare il mio account di facebook e twitter; forse è così. Mi spiacerebbe però che le mie fatiche vadano a disperdersi nella mischia: faccio tanta fatica per estrarli dal caos nella mia testa, li ordino, per poi immetterli in un nuovo caos, seppur di livello superiore al primo?
Ho tante idee per la testa e tanti progetti.