Crisi economica globale, guerre, smarrimento, perdita di valori... in una parola caos! Non fa per me, a me piace l'ordine, la simmetria delle cose; ma soprattutto mi piace la verità, o almeno è quello che cerco.

lunedì 9 dicembre 2013

Qualcosa deve cambiare

Le cose non possono andare più in questo modo; mi sono davvero rotto il cazzo. Qualcosa deve cambiare, altrimenti non so davvero come andiamo a finire.
No, non sto parlando della crisi economica, e neanche della crisi politica in cui l'Italia riversa.  Ho così tanta rabbia che mi riesce difficile scrivere: sono arrabbiato perché intorno vedo persone cieche (o accecate), che camminano e si muovono a tastoni, guidate dalla voce del primo pagliaccio urlante che si mette ad urlare.
In Italia non c'è più (c'è mai stato?) SPIRITO CRITICO.
Siamo caduti nel nichilismo più profondo, tutti si sentono in diritto e in dovere di esprimere la loro opinione su qualsiasi argomento senza neanche sapere veramente di cosa si sta parlando. Non conta se tu hai studiato e lavori da anni su quella cosa: la tua voce è una e vale per una. E la tua voce in mezzo ad una folla urlante, in fondo cos'è? Da chi verrà ascoltata? Non verrà ascoltata da nessuno.

Ci saranno però un paio di tizi che urleranno più forte degli altri, e troveranno i primi pecoroni che li ascolteranno e che a loro volta faranno da eco a quelle parole vuote ma dette a gran voce. E così quelle parole si diffonderanno come un virus.
Senza nessuno che controllerà se quelle parole hanno un senso. D'altronde è il web signori: bisogna essere superveloci altrimenti si è perduti. Non conta che le parole abbiano senso, l'importante è che vengano diffuse, e se non lo fai te lo fa qualcun altro, quindi devi essere veloce a farlo altrimenti non sarai più sulla cresta dell'onda. E tutto va avanti così, finché l'onda di cazzate non si infrange sul primo scoglietto.
Ed ecco che riparte una nuova ondata di cazzate: gli attori sono sempre gli stessi, non cambiano. I contenuti? A chi interessa! L'importante è restare sull'onda!!!

Sono giovane, e grazie ai miei "maestri" mi sono creato degli anticorpi molto forti: spirito critico, scetticismo, verifica dei dati. Non che non sia mai caduto in questi facili tranelli, tutt'altro; le lezioni però mi sono servite, ne ho fatto bagaglio, ed ora il mio sistema immunitario è ancora più forte.

Quello che mi chiedo è quand'è che ci siamo lasciati trascinare in questa brutta storia. Chi ci ha trascinato. Chi lo ha permesso. Chi non si è ribellato.

Tornando al titolo, mi sono rotto le palle di leggere stronzate ovunque. Col tempo e grazie a internet ho conosciuto persone molto interessanti, che davvero avrebbero molto da dire e che andrebbero ascoltate.
Ma loro sono persone serie, con un lavoro e delle responsabilità nella vita REALE, e non hanno il tempo ne' la faccia tosta di mettersi a scrivere perché avendo ancora una dignità pensano: perché qualcuno dovrebbe ascoltarmi? Oppure semplicemente hanno già capito che è tutto inutile...

Comunque, queste quattro righe sono per loro, per spronarli a fare qualcosa, perché mai come in questo momento c'è bisogno di persone competenti e per bene.
Mettete a tacere una volta per tutte questi furbetti da quattro soldi intenti a spartirsi le briciole di quello che resta dell'Italia. Datevi da fare, confutateli, ridicolizzateli, riportateli alla loro originaria dimensione. Sgonfiate questi palloni gonfiati.




venerdì 22 novembre 2013

L'ignoranza

Come vi avevo accennato ho intenzione di cambiare un po' il taglio dei miei articoli: non solo articoli "scientifici", ma anche considerazioni personali buttate giù di getto su qualcosa che mi ha colpito in modo particolare.

Ecco, questo è il taglio di questo articolo.

Non sono un secchione; sono però una persona molto curiosa e desiderosa di conoscere le cose più svariate, non solo in campo medico. Leggo moltissimi libri, almeno 2/3 libri al mese; saggi principalmente.
Non che voglia definirmi una persona colta, tutt'altro (il titolo di questo pezzo la dice lunga...).
Ad ogni modo mi è capitato più di una volta che i miei amici, dopo aver visto un tizio in televisione, un servizio, letto un articolo su internet, mi chiedano se quello che hanno visto, sentito, letto sia vero o no.
La maggior parte delle volte, non so dare una risposta.
La mia risposta tipica è: be' non è proprio così; ancora non è chiaro come o perché tuttavia ci sono buoni indizi....ecc.
Anzi, spesso la mia risposta è un semplice NO! Al che loro mi chiedono: se non è così, allora com'è? E di nuovo la solita risposta vaga che appare tutto tranne che "vera".
E' così che spesso scherzando mi dicono: a Ferazza', tu leggi questo e quello, ti dai tante arie da scienziato; però alla fine com'è che non sai un cazzo? E la discussione "seria" finisce così con una risata.
Questa domanda in realtà nasconde la causa della progressiva sfiducia delle persone nei confronti della scienza, e secondo me è la chiave, il motivo per cui la scienza non è compresa in fondo dal grande pubblico.

Da che mondo e mondo l'uomo si pone delle domande su quello che ha intorno in cerca di risposte. Un tempo l'uomo aveva solo la vista, quindi l'osservazione, e la sua mente, con cui poteva speculare e darsi le risposte alle domande che cercava. E la cosa sembrava funzionare piuttosto bene: la filosofia e la logica facevano il loro lavoro come si deve.  Le verità che si estrapolavano erano verità "FORTI" apparentemente.
Poi ad un certo punto nacque il metodo scientifico sperimentale e la tecnologia fece dei progressi da gigante: a questo punto l'uomo aveva dei nuovi strumenti con i quali porre le domande, indagare la natura; solo che cominciò ad accadere qualcosa di inaspettato...
Ogni risposta nuova, andava a rodere in parte le fondamenta di quelle antiche verità, e come se non bastasse ogni risposta si portava con se nuove domande.
Le nuove verità erano quindi più deboli e le cose che non conoscevamo invece di diminuire ad ogni nuova risposta che trovavamo, aumentavano. Più andavamo avanti da un punto di vista scientifico e tecnologico, più ci rendevamo conto di quanto le cose fossero in realtà più complicate e di quanto fossimo ignoranti.

Le cose, purtroppo o per fortuna (io dico per fortuna, sai che noia se già conoscessimo tutto...) stanno ancora così. E da una parte è più facile dire cosa non sia una cosa, piuttosto che cosa essa sia.

La verità è che non abbiamo verità così forti da poter dire in modo certo come stanno le cose. E' un fatto incontrovertibile questo, e alla fine tutti, compresi gli scienziati deterministi più accaniti, devono sbatterci il grugno. E la mia non vuole essere una giustificazione al fatto che spesso non so dare risposte a delle apparentemente semplici domande che mi vengono poste.
Capire questo concetto significa capire davvero la scienza; e sono sicuro che una volta che lo capirete, non potrete non innamorarvi di essa.

Vi lascio infine un link: è un video di una conferenza TED di un professore, un neuroscienziato, Stuart Firestein. Se con le mie parole non sono stato chiaro, sono abbastanza convinto che lui vi farà comprendere quello che voglio dire.


http://www.ted.com/talks/stuart_firestein_the_pursuit_of_ignorance.html

http://on.ted.com/Firestein


martedì 19 novembre 2013

CORDONE OMBELICALE: donarlo o conservarlo?


Questo argomento è particolare e forse non interessa a tutti; anzi, sono convinto che almeno la metà di voi, in quanto di genere maschile, non dovrà mai porsi questa domanda.





Credo tuttavia che sia un esempio reale e concreto, anche abbastanza semplice da comprendere, di come sulla base di mezze falsità e con l'aiuto dei medium attualmente disponibili, si possa creare un vero e proprio business sulla salute. Inoltre, dimostrerò che nonostante viviamo nel "paese delle meraviglie" come dice qualcuno - e a ragione in parte - tutto sommato le leggi ci tutelano anche meglio che in altri paesi dove un eccessivo "liberismo" porta alla proliferazione di vere e proprie cliniche mediche, banche di questo e di quello, che con tutto hanno a che fare tranne che con la medicina e la salute delle persone.
Questo è proprio il caso del business nato dietro alla conservazione del cordone ombelicale.
Ma andiamo per gradi, e cerchiamo di capire meglio di cosa stiamo parlando; dopotutto nonostante io sia un laureando in odontoiatria sono dovuto andare ad informarmi al di fuori del mio piano di studi per capire bene questo argomento, figuriamo chi nella vita fa tutt'altro.





La prima cosa che ci sarebbe da dire, è che è errato parlare di cordone ombelicale: il cordone ombelicale in sé non ha nessuna proprietà o utilità a fine medico/salutistico una volta che il bambino è nato.
Quello che invece è di gran valore è il tessuto contenuto all'interno: il sangue del cordone ombelicale.
Questo sangue ha un elevato contenuto di cellule non ancora completamente sviluppate, le cellule staminali.

Queste cellule rappresentano una risorsa davvero fantastica: teoricamente hanno la capacità di differenziarsi e specializzarsi in qualsiasi tipo di cellula presente nel corpo umano. Dico in teoria perché le cose sono ben più complicate di: prendo le cellule, le inietto, queste si impiantano, crescono e si differenziano... Magari fosse tutto così facile, probabilmente avremmo la cura per qualsiasi male, addirittura potremmo sconfiggere la morte!
Ad ogni modo nel mondo - e in Italia - sono a lavoro centinaia e centinaia tra scienziati, medici, biologi, informatici,  ingegneri e chi ne ha più ne metta affinché forse un giorno si possa arrivare a qualcosa di simile a quanto illustrato prima.
Ok, direte voi, ma allora, in pratica, a cosa serve questo sangue del cordone ombelicale? Da quanto ci hai illustrato te prima sembra che di fatto ad oggi sia quasi inutile...
Assolutamente non è così: le cellule staminali derivate dal sangue del cordone ombelicale possono essere utili per tantissime malattie, ad oggi, e in futuro appunto chissà.
L'uso più frequente di queste cellule sta nella cura di tutte quelle malattie del sistema emopoietico, come la talassemia ad esempio, e quei tumori maligni che richiedono un trapianto di midollo, quindi leucemie linfomi, ma anche alcune malattie del metabolismo e alcune immunodeficienze.
Si stanno facendo poi numerosi studi su malattie neuro-degenerative, come la sclerosi multipla. 

Ecco, credo che a questo punto vi siate potuti fare più o meno un'idea di cosa si sta parlando, ora possiamo finalmente puntare nella direzione finale e proveremo a rispondere alla domanda con la quale ho aperto questo articolo.
Penso che vi siate fatti tutti un'idea di quanto possano essere importanti queste cellule; magari qualcuno di voi, egoisticamente, ha pensato che se avesse a disposizione le sue cellule staminali, e  magari un giorno sviluppasse una di queste bruttissime malattie, avrebbe un jolly incredibile da giocarsi nella partita della vita! E a questo punto pensa che quando avrà un figlio invece di donare il cordone ombelicale, sarebbe meglio conservarlo per un eventuale futuro trapianto autologo! Dopotutto perché regalare una cosa a qualcun'altro, quando potrebbe un giorno salvare la vita di mio figlio?
Peccato che in Italia c'è una legge che vieta il trapianto autologo di cellule staminali, e la loro conservazioni per questi scopi. Ed ecco che, proprio ai confini dell'Italia, in paesi dove la conservazione per uso autologo delle cellule staminali è consentito, fioriscono numerosissime "banche del cordone", vere e proprie aziende, con i loro procacciatori, le loro pubblicità e tutto il resto.
Con una cifra che oscilla tra i 2000 e i 5000 euro queste banche vi conservano il sangue cordonale di vostro figlio per una ventina di anni più o meno. Niente male è?!
Si, peccato che è totalmente inutile. Vediamo perché.







Per molte delle malattie che ho accennato sopra, vi è un forte componente genetica nella genesi: le cellule staminali del cordone hanno lo stesso codice genetico di tutte le altre cellule dell'organismo della persona; trapiantare cellule che presentano gli stessi difetti che sono stati concausa della malattia non è proprio un'idea geniale, oltre che è comprovato sia inutile. Le cellule provenienti da un'altra persona invece hanno meno probabilità di avere quelle stesse caratteristiche, quindi sono più sicure e garantiscono un successo maggiore.
In realtà, ci sarebbero delle malattie da cui si potrebbe trarre giovamento anche da cellule autologhe, ma anche in questi casi conservare le cellule in banche del cordone private, non ha senso: stiamo parlando di trapianti, effettuati su persone molto malate; anche il più piccolo problema può essere fatale. E' per questo che nelle "banche pubbliche" la conservazione del sangue cordonale ha degli standard di accettazione e di conservazione elevatissimi, che solo una struttura pubblica può garantire. Di fatto, ad oggi nessun campione di sangue cordonale conservato in una banca privata è stato utilizzato sul suolo italiano perché non rispettava gli standard richiesti.

Quindi: conservare il sangue cordonale in una banca del cordone privata all'esterno? NO.

L'alternativa che ci resta è quella di donare il sangue cordonale.
Donare il sangue cordonale del proprio bambino è davvero un gesto di generosità e di umanità, per diversi motivi: per prima cosa questo sangue potrà essere usato per curare qualche persona malata; se mai non venisse usato per curare qualcuno verrà come usato a scopo scientifico per la ricerca medica.
Se tutte le mamme donassero il sangue cordonale dei propri figli, ce ne sarebbe a disposizione di più; la stessa cosa che accade con la donazione del sangue: se tutti lo donassero (chi può naturalmente), ce ne sarebbe tanto, e se magari un giorno servisse anche a me, non avrei problemi a trovarlo...
La generosità è cosi: ti torna indietro nel vero momento del bisogno.
Ad oggi, con le donazioni italiane è stato possibile salvare circa 30000 persone nel mondo (esiste una banca dati mondiale per il cordone ombelicale).
E le strutture andrebbero potenziate ancora di più: ho letto di più di una neo-mamma intenzionata a donare il cordone ombelicale del proprio figlio, che si è vista rifiutare la proposta per i motivi più disparati... E' necessaria una sensibilizzazione a livello nazionale su questa pratica affinché si possa diffondere e radicare nella nostra cultura.


Con questo articolo mi ero dato un duplice obiettivo: da un lato mette in guardia dalle pratiche truffaldine messe in piedi dalle banche del cordone; dall'altro mette in luce l'importanza della donazione del cordone ombelicale. Non è stato un argomento facile, ma spero che abbiate apprezzato i miei sforzi nel tentare di fare un po' di chiarezza su questo argomento, in modo semplice, veloce, e spero anche simpatico.



giovedì 14 novembre 2013

cambiamento...

Ne è passato di tempo dall'ultimo post; purtroppo esami, reparti e tesi non mi danno tregua e il tempo a disposizione per poter scrivere qualcosa si è ridotto a zero.
Non ho smesso però di pensare a questo blog: a cosa dovesse rappresentare, di cosa dovrebbe parlare; mi sono appuntato e ho abbozzato decine di temi caldi su cui potrei scrivere un pezzo. Questo fatto rende ancora più frustrante il fatto che non abbia il tempo per poter scrivere quello che voglio.
Mi piace scrivere, e ne sento il bisogno. Mettere nero su bianco i miei pensieri, le mie idee, quello che mi è successo in quella determinata situazione e come ho risolto il problema mi aiuta a fare chiarezza. Finché le parole restano ammassate nella mia mente in modo confuso non riesco a mettere a fuoco e a prendere la mira. Quando mi siedo e prendo un foglio e una penna, oppure mi metto davanti al mio pc, qualcosa cambia: dentro di me sento una voce che mi narra la storia che devo scrivere, ed è così che di primo acchitto tutte quelle parole sconfusionate cominciano a prendere un ordine dotato di senso proprio. In fondo non sono le parole ad avere il significato, ma il come queste siano distribuite nello spazio e nel tempo. Sono le connessioni che portano significato.

Cambiamento dicevo...
Non sono più convinto che "Pensiero Scientifico" sia il titolo adatto al mio blog; non è più quello di cui voglio parlare. O meglio non è solo di quello.
Ho cominciato a scrivere questo blog perché credevo che potessi dare un piccolo contributo al web e a chi lo abita condividendo quello che ho studiato nell'arco della mia formazione accademica ma sopratutto extra-accademica.
Il blog ha più o meno un anno di vita e in questo anno sono stato capace di pubblicare appena una ventina di post, quando invece giornalmente mi imbatto in decine di argomenti e situazioni che meriterebbero di essere raccontate.
Questo modo, il mio vecchio modo di fare blog, ha fallito. Non sono un "professionista della rete", non ho tutte le competenze necessarie per poter portare avanti qualcosa di così grande. Mi piacerebbe molto, ma non è quello che farò.

Mi sono reso conto, mi sto rendendo conto, che quello di cui c'è bisogno è qualcosa di diverso che di un sito chiamato "pensiero scientifico", ampolloso, che parla di cose noiose per la maggior parte della gente ma che sopratutto sono apparentemente inutili.
Ancora non mi è ben chiaro cosa diventerà Pensiero Scientifico: forse per quello che vorrei fare mi può bastare il mio account di facebook e twitter; forse è così. Mi spiacerebbe però che le mie fatiche vadano a disperdersi nella mischia: faccio tanta fatica per estrarli dal caos nella mia testa, li ordino, per poi immetterli in un nuovo caos, seppur di livello superiore al primo?
Ho tante idee per la testa e tanti progetti.




domenica 20 ottobre 2013

E' NATURALE? Cosa vuoi che faccia?!





Classico esempio di pubblicità ispirata al naturale...
Quante volte vi è capitato di sentire queste parole? Scommetto che anche voi qualche volta siete cascati in questo tranello...
La nostra società è la società del benessere: l'aspettativa di vita media è molto alta e sta salendo sempre di più tant'è che chi sta nascendo in questo momento ha un aspettativa di vita di oltre 100 anni! Invecchiamo più lentamente in modo qualitativamente migliore rispetto a 50 anni fa, tant'è che quando i miei genitori avevano la mia età si rivolgevano ai cinquantenni come oggi io mi rivolgo ai settantenni. Oggi a 50 anni ci si sente dei pischelli: i figli sono ormai abbastanza grandi da pensare a loro stessi la maggior parte del tempo, il lavoro è ingranato, e si ha tanto tempo a disposizione. Alcuni lo usano per tornare a fare quello che facevano da giovani, vanno in discoteca, magari con i loro figli o con le loro figlie (quante mamme escono con le proprie figlie?). Altri invece, decidono di salire per la prima volta nella loro vita su una bicicletta da corsa; altri ancora si allenano per partecipare ad una maratona...
Al di là delle motivazioni che spingono queste persone a compiere queste gesta - paura di invecchiare, voler dimostrare a tutti i costi di valere ancora qualcosa, di non essere uno scarto della società; dimostrare ai giovani che la loro pelle è cara da vendere - sicuramente cose del genere erano impensabili fino a qualche decina di anni fa.



Come il cittadino medio crede vengano preparati i rimedi naturali...



Come vengono preparati per davvero.



Dicevo, viviamo nella società del benessere. La maggior parte del benessere di cui godiamo lo dobbiamo al progresso scientifico e quindi tecnologico che ne consegue. Progresso che nel secolo passato ha fatto dei passi da gigante senza esagerare, di più. La velocità dei trasporti, la facilità di accesso alle risorse, il web, la democrazia, la disponibilità di farmaci oserei dire "miracolosi" hanno fatto si che l'uomo potesse addirittura scordarsi di cosa significasse sopravvivere. Eppure non tanto tempo prima le persone morivano come mosche: bastava una ferita alla gamba e te ne andavi per una setticemia; la tubercolosi mieteva moltissime vittime sopratutto negli ospedali con delle epidemie che potevano colpire tutti i degenti; la gravidanza era una pratica rischiosissima ed avere un fratellino morto durante il parto era piuttosto normale; i vaccini non erano disponibili e malattie come difterite e poliomielite scatenavano il panico. Solo i nostri nonni o chi di noi ha più di 70 anni portano dentro di loro le memorie di questi fatti.
Questo benessere dura da talmente tanto che ad un certo punto, qualcuno di noi si è convinto che il benessere non sia l'epifenomeno del progresso scientifico e tecnologico, frutto del lavoro delle menti più brillanti del pianeta, ma semplicemente la condizione naturale dell'uomo. L'uomo nascerebbe naturalmente sano, e la malattia è un evento accidentale, un intralcio, che ostacola il nostro naturale vivere in salute.
Poveri ingenui: non solo dimostrano di non avere la minima conoscenza della biologia; di sicuro non sanno neanche cosa sia la selezione naturale e figuriamoci l'evoluzione! Sebbene siano passati diversi secoli c'è ancora qualcuno che è convinto che l'uomo sia al centro del mondo e che tutto giri intorno a lui! Ormai anche la Chiesa ha issato bandiera bianca...
Contestualmente a questi visionari in preda a chissà quali fumi sono comparsi i "nuovi anarchici" (probabilmente sono le stesse persone), quelli contro il sistema; quelli che "il sistema è corrotto"; quelli che "le case farmaceutiche sono in combutta con le case petrolifere e con le grandi multinazionali del tabacco per conquistare il mondo!"; quelli che "i farmaci non ti guariscono e non ti fanno stare bene, anzi ti fanno ammalare e ti rendono schiavo del sistema, che è corrotto e che è in mano alle grandi multinazionali che se lo spartiscono!"

Ed è così che rispuntano fuori i rimedi naturali, gli integratori, sostanze derivate ed estratte direttamente dalle piante senza processi chimici e quindi naturali e sani, da usare al posto dei "classici" farmaci (come se i farmaci esistessero da sempre...) prodotti nei laboratori chimici delle case farmaceutiche. Questi rimedi si rifarebbero a tradizioni che si perdono nel passato, trasmesse da nonna a mamma a figlia , e quindi attingono da una chissà quale "saggezza antica" (altro tema pre-copernicano come quello dell'antropocentrismo).
Ovviamente questo processo è stato lento e a più gettate, variegato da mille sfaccettature: è stato un attacco a più fronti. E sebbene la maggioranza della popolazione non crede ai complotti mondiali e si curi in modo "classico", il virus ha comunque fatto i suoi danni.
Ci sarà allora la persona che a partire da ottobre comincia a bombardarsi di vitamina C perché stimola il sistema immunitario e protegge dai raffreddori e dall'influenza (devo commentare?); oppure chi si spacca il fegato con integratori a base di vitamina A ed E per combattere i radicali liberi (questo è il link dove ne parlo); alcune mamme prepareranno le più strane tisane ai loro bambini; o li caricheranno di granuli omeopatici perché non fanno male ma la farmacista mi ha detto che fanno tanto tanto bene.
Tutto questo si traduce in un mercato che in Europa vale la bellezza di 2000000000 (due miliardi!!!) di euro l'anno, con una stima mondiale di almeno otto miliardi di dollari annui. Non male però! Sono un bel po' di soldini è?
La cosa più fantastica di tutto ciò è che sebbene tutti questi intrugli vengano usati dal cliente come fossero una medicina alternativa, ognuno quindi con le sue indicazioni ufficiose, per la legge sono degli alimenti. I rigorosi controlli effettuati sui farmaci non sono di casa in questo settore. Tant'è che molte case farmaceutiche hanno visto il business e hanno creato le loro aziende con marchio diverso che vendono i vari integratori alimentari, preparati erboristi o come si chiamano.

Ora non è mia intenzione bocciare in toto queste sostanze, alcuni prodotti sono efficaci e funzionano tanto quanto l'equivalente farmacologico, che comunque presentano dei vantaggi in termini di costo, produzione, sicurezza. Il problema non è tanto sulla sostanza, ma su come quella sostanza dalla pianta arrivi nella tua bocca.
Controlli meno accurati significano un prodotto di qualità inferiore, fino a significare addirittura prendere una cosa per un altra.  Potrebbe accadere che un'azienda di integratori alimentari7rimedi/ecc., per far si che il suo prodotto sia efficace, aggiunga al prodotto una certa quantità della sostanza farmacologica che ha proprio quegli effetti desiderati. In questo modo il prodotto funziona, apparentemente è naturale - quindi sano e privo di effetti collaterali - e le vendite esplodono!




Questa simpaticissima ranocchia delle dimensioni di un unghia ha tanto
 veleno naturale sulla sua pelle da uccidere una decina di persone...




Ecco a voi il naturalissimo cobra, che con un morso
può uccidere una mucca. Il suo veleno è la cosa più
naturale che possa immaginare, eppure...


Questa pratica è ben nota sia agli enti garanti sia alle aziende, e prende il nome di adulterazione.
Vediamo meglio cosa sono questi adulteranti allora:

Gli adulteranti sono sostanze che possono essere aggiunte intenzionalmente al prodotto per aumentare la massa del prodotto, per ridurre i costi di manifattura o per qualche altro motivo illegale, ad esempio per aumentare l’efficacia del prodotto. Le sostanze aggiunte non vengono elencate in etichetta poiché non ci sono dei controlli mirati. Vari e non dichiarati composti sono stati trovati in prodotti marchiati. Nei “supplementi dietetici”, per esempio, sono stati inclusi anticoagulanti, anticonvulsivanti, antinfiammatori tipo FANS, betabloccanti.
Altre sostanze adulteranti riguardano quelle impiegate per la perdita di peso (come l’efedra) o per la crescita muscolare come gli steroidi anabolizzanti che colpiscono il sistema cardiovascolare, la salute mentale e sono associati con un aumento del rischio di cancro.
Segnalazioni di aggiunte fraudolente vengono registrate comunemente negli stati membri dell’Unione Europea. Per smascherare le adulterazioni occorre un attento lavoro di analisi. I sofisticatori conoscono bene le metodologie applicate dall’autorità predisposte al controllo; adottano di conseguenza, strategie per non essere scoperti.
I controlli devono essere mirati e rapidi nell’azione: spesso i produttori quando sanno che stanno per essere scoperti, ritirano dal mercato tutti i lotti adulterati, rimpiazzandoli con lotti privi di addizionanti di sintesi, per risultare puliti durante l’ispezione.
Nel maggio 2013 il NRW CENTRE FOR HEALTH, L7G.NRW di Munster Germania ha segnalato attraverso un sistema denominato HMA WGEO  RAPID ALERT, la commercializzazione su internet di un prodotto classificato come medicinale in Germania, classificabile anche come integratore alimentare, con effetti dimagranti denominato “Pure Caffeine 200 mg”. Prodotto in forma di compresse è stato analizzato in Germania e contiene 296 mg di DNP (2,4 – dinitrofenolo). Il DNP è una sostanza utilizzata come brucia grassi altamente tossico. La dose letale è di 1000 - 3000 mg (circa 4 – 10 compresse) e da luogo ad accumulo nell’organismo. Nel 2008 sono stati riportati casi di morte dopo un consumo di 600 mg/giorno per quattro giorni.
Non si conoscono antidoti salva vita e non è possibile salvare il paziente dopo intossicazione con una dose letale. Questo è un esempio della pericolosità degli integratori vegetali, dovuta alla sofisticazione; non è da sottovalutare comunque la pericolosità intrinseca.

Spaventoso é!

Ora voglio parlarvi del caso più interessante, emblematico direi, di adulterazione.
Tra i molti casi di adulterazione, sostituzione di prodotti, modifiche, tutti casi tendenti all’aumento dell’efficacia, il caso Jinshenkang appare molto interessante ed è un esempio significativo per indirizzare il consumatore finale, verso un utilizzo più consapevole e sicuro di prodotti erboristici.
Molti pericoli derivano dalle modalità di impiego di questi prodotti, e dall’idea che un prodotto erboristico sia totalmente sicuro.
Tuttavia come accennato, le sostanze naturali possono essere pericolose.
Nel frattempo dai report di vigilanza è emerso che un grande pericolo nasce dall’uso di sostanze naturali  associate a sostanze di sintesi.
I produttori disonesti usano cambiare spesso la composizione giocando sul fattore velocità. Un occhio esperto, studiando l’HPTLC è in grado di raccogliere indizi di adulterazioni, portando avanti ulteriori studi.
Come è noto la maggior parte dei problemi è generato dai prodotti reperibili su internet.
Le alternative naturali al Viagra, per trattare l’impotenza, si acquistano con facilità. Ci sono stati casi emblematici di adulterazioni intenzionali.
Lo studio effettuato sul prodotto denominato “Jishenkang”, o the sessuale, ha analizzato il prodotto ampiamente reperibile su siti internet.


Eccolo qui il famosissimo the sensuale Jinshenkang!


Il prodotto composto da erbe, promette una rapida risoluzione di problematiche di natura sessuale, sia per maschi che per femmine, senza alcun effetto collaterale.
La composizione studiata è caratterizzata da diverse piante considerate afrodisiache, inoltre contiene il ginseng asiatico.
In Spagna dove è stata effettuata una prima analisi, il prodotto è risultato privo di adulterazioni. Contrariamente studi di HPTLC mostravano una grande macchia sospetta a 366 nm sotto la lampada UV.



Comparazione tra Jishenkong e inibitori delle fosfodiesterasi  peniene.



Il suo valore RF era molto simile a quello del sildenafil e vardenafil, inibitori delle fosfodiesterasi-5, approvati come farmaci per il trattamento dell’impotenza e disfunzione erettile. La sensibilità dell’analisi  HPTLC, aveva escluso queste sostanze, anche l’analisi  densitometrica  ha mostrato differenti assorbimenti UV.
Procedendo con una semplice estrazione con acetato di etile, è stata possibile la rimozione della sostanza dalla composizione. Questa sostanza nello spettro  NMR è stata identificata come thiosildenafil.

L’analisi del prodotto nel 2008 evidenziava la presenza di sildenafil (Viagra) ; l’analisi  del prodotto nel 2009  ha portato l’attenzione sulla presenza di thiosildenafil, che si differenzia nella struttura, rispetto al sildenafil  per uno zolfo al posto di ossigeno: questo stratagemma è stato volontariamente eseguito per bypassare i controlli.
Sildenafil, vardenafil e tedanafil, tutti inibitori di PDE-5 ,sono stati approvati come farmaci anti-impotenza per il trattamento delle disfunzioni erettili. Sono farmaci prescrivibili solo dal medico e somministrabili sotto supervisione medica.
Sostanze naturali contaminate, possono dunque generare gravi problemi di salute, come compromissione della funzione cardiocircolatoria. Secondo le conoscenze attuali, ben 8 sostanze, derivate dalle molecole classiche inibitori di PDE-5, ma con struttura modificata in piccola parte, sono state sintetizzate per eludere i controlli (tra cui il tiosildenafil), e risultano circolanti liberamente nel mercato.


Ecco, questa è la realtà dei rimedi naturali. Non ho altro da dire.
Ognuno è libero di tirare le proprie conclusioni.



PS.
Devo assolutamente ringraziare il mio amico Alessandro Garufi che mi ha messo a disposizione la maggior parte del materiale senza il quale questo articolo non sarebbe stato possibile. 


venerdì 18 ottobre 2013

Quando è troppo è troppo!

Mai avrei pensato di toccare questo argomento sul mio blog, ma le circostanze attuali mi "costringono" ad esprimere il mio rammarico e le mie preoccupazioni per quanto sta accadendo.
Chi di voi mi conosce personalmente, sa molto bene come la penso sul cattolicesimo e sulle religioni intese come dottrine e istituzioni; non per questo ho mai deciso di intraprendere una crociata contro le religioni e parlare male di questo o quell'aspetto -e tanto ci sarebbe da dire. Ognuno è libero di credere a ciò che vuole nel suo privato, senza rompere le balle al prossimo detto in modo molto franco. Anzi, mi ero quasi fatto ammaliare anche io da questo nuovo Papa simpaticone e amico e di tutti, che scende tra la gente, chiama le persone al telefono... Insomma niente a che vedere col vecchio e scorbutico Papa Ratzinger!
Però, perché c'è sempre un però, anche lui sebbene infallibile secondo i suoi ha fatto il passo più grande della gamba.
Quello che mi perplime di più è che davvero in pochi -da quello che ho visto sui vari media- si sono lamentati dell'accaduto.

-Va bene Marco! Scusa tanto ma te la stai tirando un casino mi vuoi spiegare di cosa stai parlando? Si può sapere cosa è successo?

Sì, sì! Scusatemi; avete ragione voi mi sto perdendo in mille chiacchiere!

Dicevo, come è ormai noto a tutti il Ministro della Salute ha bocciato definitivamente il così conosciuto "Metodo Stamina". E così, tra un appello televisivo e una manifestazione con bare bianche e bambole di pezza di uno squallore inimmaginabile, pareva che la questione si stesse dirigendo finalmente dopo mesi di dibattiti verso gli archivi delle "buffonate all'italiana"...
E invece... nella puntata di martedì scorso di le iene è stato riportato il fatto che il Papa -come vuole questa nuova tradizione che ha inaugurato- abbia chiamato i genitori di due bambini affetti da malattie neuro-degenerative e abbia dichiarato che avrebbe parlato con il Ministro per vedere se si poteva fare qualcosa.
Questo è uno dei tanti articoli che riporta la notizia  link
So che il mio disappunto non sarà compreso da tutti e ani qualcuno si sentirà offeso e si risentirà per quello che sto scrivendo, non posso però chiedere scusa perché dico la verità e perché qualcuno non riesce ad accettarlo.
Come può, proprio il Papa, mettere bocca su una cosa che riguarda in primis la scienza, e nello specifico le cellule staminali?! Che fa, soffre di memoria corta? Non si ricorda cosa è accaduto l'ultima volta che la chiesa si è immischiata nella scienza?
Non si ricorda che è colpa della chiesa che in Italia non si fa ricerca con le cellule embrionali?
Devo continuare?

Ora, a me va bene che tu faccia l'amicone è il simpaticone...
Però -come diciamo a Roma- France', nun t'allarga' troppo!

mercoledì 16 ottobre 2013

AGGIORNAMENTO: un nuovo studio assolve le onde elettromagnetiche dei cellulari.

Nulla di certo e di definitivo, certo, ma credo che potremmo dormire tutti un po' più tranquilli.
L'Agenzia Sanitaria Nazionale Francese ha incaricato un gruppo di 16 scienziati di analizzare le centinaia di studi presenti in letteratura scientifica realizzati sull'argomento, e dopo due anni di lavoro sono arrivati alla conclusione che non sussiste nessun indizio di aumento dell'incidenza di tumori, sopratutto cerebrali, correlati all'uso di strumenti ad emissione di onde elettromagnetiche a radiofrequenza (i telefonini insomma). Questo tipo di lavoro può essere assimilabile ad una "Revisione Sistematica", che come vi ho spiegato qualche post fa rappresenta il massimo livello di evidenza scientifica -assieme alla Metanalisi.
Il risultato di questo studio è un risultato importante e sicuramente ne dovremmo tenere conto. Ad ogni modo in tutto il mondo si stanno svolgendo e si svolgeranno negli anni a seguire decine di studi che comprenderanno dei campioni numerosissimi; manca poco quindi al momento in cui potremmo mettere una piega sopra questo dibattito.
Mi sento comunque di consigliarvi di essere premurosi nei confronti dell'uso dei telefoni nei confronti dei più piccoli, in quanto effettivamente si hanno pochi dati su di loro.

Alla prossima,


                                                          MF.

martedì 1 ottobre 2013

Le aziende più innovative del 2013 secondo il BCG.

Il Boston Consulting Group, come fa ogni anno, ha stilato una lista con le 25 aziende più innovative del 2013. La lista è il riassunto di un sondaggio che ha visto interrogati ben 1500 dirigenti aziendali, e il risultato è quello che vedete qui sotto:




Naturalmente non sono il primo a pubblicare questa notizia, anzi. Però quello che mi ha fatto "strano" leggendo in vari siti questo fatto è che praticamente tutti si sono soffermati solo alla "sfida" Apple contro Samsung/Google. E i commenti si concentravano essenzialmente sul fatto che Apple non ha innovato un bel niente, che Samsung/Google "spacca" e innova molto di più di Apple e avanti così... Tutte considerazioni sterili a mio avviso, molto simili a quelle che sento il lunedì mattina al bar quando vado a prendermi il caffè e trovo lì il romanista e il laziale di turno che si "incornano" su quale squadra sia migliore (ultimamente i laziali sono meno "coraggiosi" devo dire...).
Appena ho visto questa tabella, ho subito pensato "chissà se c'è qualche azienda italiana tra queste 25..."
Ho scorso piano piano la lista, e niente. 
Secondo il parere di 1500 manager aziendali non c'è un'azienda italiana meritevole dell'aggettivo innovativa!

Eppure una volta non era così, in Italia avevamo la Olivetti che prima che fosse distrutta dall'intoccabile De Benedetti (a quanto pare ultimamente non più tanto intoccabile) era un'azienda leader nel settore dell'elettronica. 
La FIAT produceva modelli interessanti ed era un importante motore economico...
L'Alitalia sta per essere ceduta ai francesi; la Telecom agli spagnoli...
Il Gruppo Riva minaccia di chiudere le loro fabbriche in tutto lo stivale.
Ricerca scientifica? Manco a parlarne in un Università agli sgoccioli con i baroni che si stanno a steccare le ultime briciole, perché ormai solo quelle sono rimaste.

E intanto la politica, in virtù di patti internazionali pur di dichiarare il pareggio di bilancio (in una situazione di crisi economica!!!) aumenta l'IVA, aumenta la benzina (aumenta la benzina aumentano i costi di trasporto aumenta il prezzo della merce), alla faccia delle migliaia di aziende e famiglie che si ritrovano senza un reddito.
Di questi giorni poi è la dimissione dei ministri del centrodestra voluta dal "presidente" Silvio Berlusconi. Ma poi, perché lo chiamano tutti presidente? Presidente di che? Ma torniamo al tema centrale: Berlusconi ha ordinato ai suoi ministri di dimettersi perché con questo governo non può rispettare le promesse fatte agli italiani in propaganda elettorale... Ha addirittura dichiarato che in una sola settimana è possibile ridurre l'IVA e abolire l'IMU... La sua popolarità è alle stelle. 
Se non fosse che ormai tutti conosciamo il soggetto, le sue dichiarazioni non sono poi così infondate.

Io non sono un esperto di economia, anzi; ma a matematica non me la cavavo poi così male. La mia domanda è: conviene ancora restare nell'Euro? 
Io un paio di idee ce l'ho, ma voglio sentire voi cosa ne pensate... 

Aspetto le vostre idee. 




                                                                                          MF


domenica 29 settembre 2013

Vaccini e Autismo: a che punto stiamo?

Il tema di oggi e` un tema delicato, sopratutto perché si parla di bambini. E quando si parla di piccoli uomini, si sa, non si scherza.
Su questo tema e` stato scritto tantissimo negli anni, forse e` stato uno dei temi più "scottanti" per quanto riguarda il "colosso big-pharma". Se ne e` parlato talmente tanto che davvero ritengo inutile scrivere qualcosa di mio sull'argomento perché inevitabilmente ripercorrerei gli stessi argomenti ma sopratutto le stesse frasi, probabilmente parola per parola, di qualcun altro; e molti sono sicuramente più competenti di me.

Allora il perché di questo post?
E` notizia di pochi mesi fa che l'American Academy of  Pediatrics ha pubblicato un pdf nel quale riassume i risultati di ben 45 studi sulla sicurezza dei vaccini. E` molto interessante e sicuramente se qualcuno di voi e` interessato all'argomento per vari motivi che possono essere ad esempio se vaccinare o no il proprio figlio credo che ancor di più sia un documento da leggere a chi interessa un punto di vista scientifico della questione. All'interno del documento, per chi fosse interessato ci sono i link agli studi completi.

Vaccinare o non vaccinare il proprio figlio e` una decisione da prendere che porta diverse conseguenze, e posso solo immaginare l'apprensione di un genitore nel prendere una scelta del genere sopratutto quando c'e` una tale massa di documenti su internet nei quali si parla dei possibili effetti nocivi dei vaccini, di quanto ci guadagnino le case farmaceutiche e via così con una serie di tirate senza fine.
Il cervello però può giocarci brutti scherzi, e dovremmo prendere decisioni importanti come questa solo in virtù dei dati oggettivi che abbiamo a disposizione perché rimandare la decisione oppure far finta di nulla, ignorando la questione, spesso e` molto peggio.
Questo e` il link, care mamme fatevi una bella tisana alla valeriana e leggete tutto d'un fiato. Non siete sole, migliaia di ricercatori sparsi in tutto il mondo in questo momento stanno lavorando per voi e per vostro figlio.

http://www2.aap.org/immunization/families/faq/vaccinestudies.pdf

See you soon.




                                                                                                        MF                                                

venerdì 20 settembre 2013

Antiossidanti e invecchiamento: a che punto stiamo?


Chi di voi non è caduto nella trappola dei “miracolosi poteri degli antiossidanti” alzi la mano;
A chi non è capitato almeno una volta nella vita di avvicinarsi al bancone del bar e chiedere un succo di frutta ai mirtilli?
Quanti di voi donne spendono buona parte dei loro soldi per combattere i radicali liberi (bevande, integratori alimentari, creme, infusi…)?

Ebbene, a quanto pare siamo tutti vittime di un inganno. Secondo i recenti dati raccolti dal dott. Gems, vicedirettore dell’Institute of Healthy Ageing dell’University College di Londra, sembrerebbe che il danno ossidativo non è affatto la causa dell’invecchiamento. A questo fatto diciamo così scioccante, si aggiungono anni e anni di ricerche scientifiche sulla pericolosità dell’uso sconsiderato degli antiossidanti e delle vitamine per combattere il naturale processo dell’invecchiamento, prevenire le malattie, ed in alcuni casi (alcuni sostengono) curarle. La cosa più triste di tutto ciò è che questi studi sono pubblici e disponibili a tutti, medici, pazienti, estetiste, naturalisti, “scienziati dell’invecchiamento”, case cosmetiche e farmaceutiche. Eppure, per diversi motivi tutti fanno finta che questi dati, tra l’altro molto preoccupanti (poi ve li presenterò ma ne parlo già nell’articolo precedente), non esistano. E il circo degli antiossidanti contro i radicali liberi continua a girare, a far fruttare miliardi di euro all’anno, senza un reale miglioramento però del benessere e della salute delle persone.
Per conoscere a fondo tutta la questione, andiamo al T0, quando nacque il mito dei radicali liberi come causa dell’invecchiamento…
Pensate che dobbiamo tornare indietro di ben 70 anni (!!!): nel 1945, un chimico di nome Denham Harman, rimase affascinato da un articolo letto su una copia del “Ladies’ Home Journal” della moglie. Harman aveva 29 anni, lavorava alla Shell, e non aveva molto tempo per occupare il suo genio alla questione. Ma nove anni dopo, laureatosi in medicina, venne assunto come ricercatore alla University of California e lì poté cominciare i suoi “studi” sull’invecchiamento; e un mattino, mentre stava nel suo ufficio a riflettere, ebbe l’illuminazione della sua vita: l’invecchiamento è causato dai radicali liberi. Era la prima volta che si associavano i radicali liberi all’invecchiamento, ma ad Herman sembrava ovvio fosse così. Sapeva che le radiazioni ionizzanti prodotte dai raggi X e dalle bombe nucleari – potenzialmente mortali – causavano un aumento della produzione di radicali liberi nel corpo. Altri studi dimostravano che una dieta a base di cibi ricchi di antiossidanti riduceva i danni da radiazioni ionizzanti, che erano appunto la causa del danno cellulare ossidativo. Inoltre i radicali liberi sono i prodotti naturali del processo di respirazione e del metabolismo, e si accumulano nelle cellule col passare del tempo.
Poiché sia il danno cellulare che i radicali liberi aumentano con l’età, era plausibile (ve lo ricordate? Diffidate dalla plausibilità logica) che fossero la causa dell’invecchiamento, e che quindi gli antiossidanti rallentassero il processo di invecchiamento.
Harman cominciò a studiare la sua ipotesi, e poco dopo pubblicò i dati di un suo studio dove “dimostrò” che topolini nutriti con antiossidanti vivessero più a lungo (ad alte dosi però avevano effetti dannosi).
Ben presto molti scienziati si unirono al gruppo, e nel 1969 venne dimostrata l’esistenza del primo enzima antiossidante, la superossido dismutasi: ipotizzarono che il corpo produceva questo enzima per combattere i danni dell’accumulo di radicali liberi.
di fronte a questi “dati”, la maggior parte dei biologi e degli scienziati dell’invecchiamento si convertì alla “teoria dei radicali liberi”.
Quando si parla di invecchiamento, professionista o profano non conta, la teoria dei radicali liberi spunta fuori. Con le parole di Gems: “se lavori nel campo dell’invecchiamento, la teoria dei radicali liberi è come l’aria che respiri”.
E fu così che nacque il mercato degli antiossidanti: creme, integratori alimentari, bevande, tisane, “farmaci”. Milioni di dollari vennero spesi dalle grandi industrie per pubblicizzare i nuovissimi e miracolosi “elisir di lunga vita”. Nacquero riviste “specializzate”, compagnie di marketing, nuove professioni… Insomma, la teoria dei radicali liberi fu come un’iniezione di benzina a 100 ottani nel motore dell’economia.
Nonostante tutto questo interesse e le numerose “ricerche” fatte sui radicali liberi, negli anni successivi risultò sempre più difficile dimostrare qualcosa di nuovo, e gli scienziati ebbero difficoltà addirittura a ripetere i risultati ottenuti da Harman sui topolini. Negli anni settanta non c’erano prove del fatto che nutrire con antiossidanti gli animali influisse positivamente sulla loro longevità.
Negli anni novanta però, grazie al progredire della tecnologia e delle conoscenze sulla genetica, fu possibile “creare” dei topolini con alterazioni nella produzione di enzimi antiossidanti. Questi animali avevano una quantità maggiore di radicali liberi circolanti, e secondo la teoria dei radicali liberi, avrebbero dovuto sopravvivere molto di meno. Tuttavia, gli esperimenti fatti su questi animali non riportarono nessuna riduzione della sopravvivenza degli animali: i danni ossidativi causati dai radicali liberi non hanno nessuna influenza sulla longevità delle cavie da laboratorio; anzi queste cavie vivevano più a lungo. Nonostante questo, naturalmente le vendite dei prodotti a base di antiossidanti toccavano vette impressionanti.
Nel frattempo però furono pubblicati altri tipi di studi piuttosto preoccupanti…
Circa il 52% degli americani, e la stessa statistica è applicabile a tutti i paesi industrializzati, Italia compresa, assume quotidianamente un integratore vitaminico a base di Vitamina E o Beta-Carotene.
Una revisione sistematica effettuata su tutti i trial clinici randomizzati a doppio cieco, evidenziò che l’utilizzo di integratori alimentari a base di vitamine e antiossidanti aumenterebbe il rischio di morte fino al 16%. Altri studi hanno analizzato le differenze tra due gruppi di sportivi: il primo assumeva antiossidanti e vitamine, il secondo no. Gli sportivi che non assumevano vitamine e antiossidanti godevano di una salute migliore, e presentavano minori indizi di un possibile sviluppo di diabete Tipo 2.
L’American Hearth Association e l’American Diabetes Assotiation sconsigliano vivamente il consumo di prodotti a base di antiossidanti se non per curare un’avitaminosi ben diagnosticata.
A sinistra, in arancione, sono riportati gli studi che dimostrano una mortalità inferiore per chi assume antiossidanti; a sinistra in viola, il contrario. Come potete vedere sono molti di più i puntini viola di quelli arancioni.

Più recentemente il dott. Hekimi, biologo alla McGill University, ha fatto degli studi interessantissimi: ha allevato nematodi (vermi) che producono una quantità eccessiva di un particolare radicale libero, il superossido. Lo scienziato si aspettava di confermare la teoria dei radicali liberi, invece dovette ricredersi trovandosi davanti a nematodi più in salute e con una sopravvivenza del 32% in più. Addirittura, “aiutando” questi vermi con l’antiossidante vitamina C, li faceva morire prima. Secondo Hekimi il superossido fa da messaggero cellulare attivando i meccanismi di riparazione cellulare. In un altro esperimento, Hekimi espose fin dalla nascita nematodi “normali” a concentrazioni basse di un comune erbicida che determina la produzione di una notevole quantità di radicali liberi. Sorprendentemente questi nematodi vivevano il 58% in più dei vermi non trattati. E, ancora una volta, la somministrazione di antiossidanti riduceva gli effetti benefici della tossina. Ed infine, nel 2012, Hekimi et al. dimostrarono che la disattivazione di tutti e 5 i geni responsabili della produzione dell’enzima superossido dismutasi non aveva ripercussioni sulla sopravvivenza dei nematodi.

Ma allora, questi radicali liberi sono salutari? La cosa non è così semplice, i radicali liberi potrebbero essere salutari in alcuni contesti e nocivi in altri. Quello che è certo è che sull’invecchiamento abbiamo davvero poche conoscenze e ci sono figure “losche” che hanno tutto l’interesse (economico soprattutto) di mantenere inalterato lo status quo.  Gli antiossidanti possono essere pericolosi per la nostra salute tanto quanto il fumo di sigaretta o l’asbesto.
Il mito dell'elisir di lunga vita resta ancora tale, e dobbiamo smetterla di illuderci dell'esistenza di una pillola per tutto.
Vogliamo vivere di più, e meglio? 
Esistono numerosi studi ben fatti che ci dicono quello che dobbiamo fare: impegnarci.
Impegnarci a mantenere uno stile di vita salutare, fare attività fisica di media intensità almeno 3 volte la settimana, mangiare almeno 5 porzioni giornaliere di frutta e verdura, limitare la carne rossa, NON FUMARE, essere felici. 
Ognuno di noi ha il suo corredo genetico e su quello ad oggi non si può fare nulla, e ci sarà sempre quella persona che nonostante una vita salutare e sportiva a 30 anni sviluppa un tumore... Come chi fuma da una vita e a 85 anni non prende una medicina. 
Tuttavia non credo che essere fatalisti sia un modo funzionale di ragionare; siamo uomini, abbiamo a disposizione un miracolo di ingegneria in grado di creare tutto quello che abbiamo intorno; ci siamo creati un bagaglio di conoscenze incalcolabile e più andremo avanti più conosceremo. Lasciare questo tesoro nel cassetto e non sfruttarlo a proprio vantaggio è da sciocchi e spregiudicati.



Alla prossima!



sabato 14 settembre 2013

SCIENZA E MISTIFICAZIONE. Come uscirne indenni?



Ormai e' entrata a far parte del linguaggio comune; perfino chi per posizione presa non fa altro che scagliarsi contro di essa appena puo', alla fine non fa altro che parlarne e non perde occasione per far notare che <<le nuove ricerche hanno confermato quanto noi sapevamo da sempre>>.
-scoperta la cura per tutti i tumori
-la Scienza ha stabilito che...
-i ricercatori dell'universita' hanno stabilito che...
Ogni giorno, e più volte al giorno, veniamo bombardati da decine di affermazioni di questo tipo.
E' opinione comune che tutto ciò che e' scientifico rappresenti in un certo senso la verità; di conseguenza, se noi leggiamo che i ricercatori dell'università americana hanno scoperto che la caffeina riduce il rischio di malattie della pelle (sto inventando a caso), tutti noi, o comunque gran parte di noi, prenderanno questo fatto per vero e assodato.
Ma e' proprio così, oppure le cose sono leggermente più complicate?
E poi: quanto e' forte, nell'opinione comune il collegamento "lo dice la SCIENZA quindi deve essere vero"?
Pensate che questo opinione e' talmente forte, e ci influisce talmente tanto, che ormai vengono fatti "esperimenti scientifici" anche sui bagnoschiuma e le acque minerali. Persino i peggiori nemici della scienza, i complottisti, non riescono a scampare al tranello lo dice la scienza dunque e' vero. Non fanno altro che lamentarsi del metodo scientifico, però quando possono appigliarsi a qualche "scoperta scientifica" si agitano come degli isterici e linkano e pubblicano gli articoli ovunque; alcuni credo se li tatuino addosso per farli vedere anche in contesti piu' promiscui.
Il capitolo di introduzione del libro che sto leggendo in questi giorni inizia cosi':
"Per ogni problema umano esiste una soluzione semplice: chiara, plausibile e sbagliata".
Questa frase appartiene al grande H.L. Mencken, detto il 'Saggio di Baltimora', uno dei piu' influenti scrittori americani del XX secolo. In effetti spesso non ci preoccupiamo di trovare il perché e il come delle cose, ma ci accontentiamo di crearci e di raccontarci una storiella ben articolata, che non corrisponde alla realtà ma all'idea che noi abbiamo di essa. L'importante è che tutto combaci con la nostra mappa del mondo...
Mettiamo le due cose insieme -la tendenza alla mistificazione e la tendenza alla semplificazione- e ne esce fuori un quadro preoccupante.
Come può fare però un comune mortale a districarsi da questi fili direttamente collegati al suo portafogli e alle sue paure più profonde? Come possiamo fare per distinguere la scienza spazzatura con fini esclusivamente commerciali da quella più sobria si, ma basata per davvero sui fatti?
Non e' facile, non tutti hanno gli strumenti per poterlo fare; spesso e' un processo lungo, che richiede grande impiego di risorse sia temporali che economiche per andare a comprare i numerosi articoli che trattano di questo piuttosto che di quello e poi leggerli e commentarli. Poi, una volta letti decine e decine di articoli, bisogna essere in grado di fare un riassunto di tutta quella mole di lavoro... Insomma, e' qualcosa di davvero duro e impegnativo, e considerato il pochissimo tempo che abbiamo a disposizione azzardo a dire che tutto cio' diventa praticamente impossibile per la maggior parte delle persone.
Tuttavia, non siamo tutti scienziati (o lo siamo?), e non abbiamo bisogno di fare una "revisione sistematica" (non vi preoccupate, vi spieghero' cos'e' anche questa) tutte le volte che affrontiamo un argomento nuovo.
Spesso basterebbe avere qualche piccola conoscenza in più di cosa sia il processo scientifico, di come lavora, delle regole che vanno rispettate... Sono convinto che praticamente tutte le persone con un cervello normale sono in grado di capire cosa sia la scienza, come funziona, e sopratutto riconoscere la vera scienza da quella fasulla. Dopotutto tutti noi siamo stati degli scienziati: da bambini, abbiamo imparato a camminare; abbiamo imparato quando era il momento giusto per chiedere una cosa alla mamma o al papà; abbiamo imparato a parlare (il linguaggio e' una delle poche cose che ci rende davvero differenti dagli altri animali),abbiamo costruito case di lego e abbiamo distrutto intere città di pupazzi; prendendo in mano una macchina capivamo al volo come dovesse essere usata...Tutte queste scoperte si basano sugli stessi meccanismi -semplificati - su cui si basa la scienza. E tutto questo lo abbiamo fatto senza sapere neanche cosa sia la scienza, neanche le lettere che ne compongono la parola. Essere scienziati e' la natura dell'uomo; scoprire nuovi modi per aumentare il nostro benessere, allungare la nostra vita, guarirci dalle malattie, non sono altro che un evoluzione di un più arcaico istinto di sopravvivenza comune a tutti gli essere viventi, piante comprese.
Mi scuso a priori se l'articolo sarà un po' lungo, ma credo che sia importante non tralasciare nulla per essere il più comprensibile possibile e una sintesi maggiore sarebbe controproducente.
Quello che elencherò qui sotto sarà un elenco di regole utili per valutare da soli e nel modo più obiettivo possibile le varie "ricerche scientifiche" che ci vengono proiettate nel cervello durante la giornata.
In realtà se leggerete e farete vostre queste piccole regole potrete trarne vantaggio in moltissime altre situazioni che vi si presentano davanti nella quotidianità. Fatene bagaglio.
-La prima regola e' ESSERE SCETTICI.
Negli anni novanta sulla base di una decina di studi si concluse che i carotenoidi presenti nella dieta riducono drasticamente il cancro ai polmoni. Si riteneva che il beta-carotene potesse interferire passivamente con i danni ossidativi al DNA e alle lipoproteine. Tali credenze, unite a una pubblicità molto aggressiva sul potere degli antiossidanti, portarono a vendite per 210 milioni di dollari di beta-carotene nel 1997.
Una decina di studi possono considerarsi una fonte sufficiente oppure la questione andava analizzata più a fondo e con scetticismo? Furono così fatti partire due grossi studi randomizzati: entrambi furono interrotti prematuramente poiché indicanti un rischio maggiore di cancro ai polmoni, malattie cardiovascolari, e un generale aumento del rischio di mortalità correlato all'uso del beta-carotene. Nel 2005, terminata l'analisi dei dati, il principale indicatore di uno dei due studi riportò che il beta-carotene dovesse essere considerato un cancerogeno per l'uomo.
Mark Twain sollecitava le persone a fare attenzione nel leggere i libri sulla salute perché potevano morire anche a causa di un semplice errore di stampa.
Quindi, occhi aperti e mentalità scettica.
-DIFFIDARE DALLA PLAUSIBILITA' LOGICA
Se un battito cardiaco irregolare aumenta il rischio di mortalità, e se l'encainide può trasformare un battito cardiaco irregolare in regolare, allora l'encainide dovrebbe migliorare la sopravvivenza. Se alti livelli di colesterolo aumentano il rischio di infarto del miocardio, ed il clofibrato può ridurli con successo, esso dovrebbe migliorare la sopravvivenza.
Ragionamenti a catena disinvolti come questi sono stati la causa di migliaia di morti. Questo modo di ragionare tuttavia e' tanto comune quanto pericoloso. Il ragionamento a catena disinvolto viene anche detto "inferenza deduttiva" o "sistema logico"; A causa di B, B causa di C, pertanto anche A causa di C.
Purtroppo la realtà e molto più complessa del modello che noi ci costruiamo di essa, e l'organismo umano in quanto a complessità non e' secondo a nessuno. Non abbiamo mai sotto controllo tutte le varianti, e prima di prendere delle decisioni basate semplicemente sul ragionamento deduttivo dovremmo pensarci ancora e ancora e ancora. Nella gerarchie delle evidenze scientifiche, quelle incentrate sulle conclusioni dedotte sono considerate di livello 5, il livello più basso disponibile.
-QUALE LIVELLO DI EVIDENZE VERIFICATE E' DISPONIBILE?
Qui la parola chiave e' "verificate". Galileo e' ritenuto il padre del metodo scientifico inteso come sperimentazione sistematica del mondo che ci circonda. Quasi incredibilmente bisognerà aspettare la seconda metà del XX secolo per vedere questo metodo applicato al mondo della medicina e dintorni.
Ora abbiamo a disposizione tre sperimentazioni sistematiche: la sperimentazione randomizzata controllata, lo studio caso-controllo e lo studio demografico (di coorte).
Tutti e tre questi modelli di studio ci permettono di studiare l'associazione tra l'esposizione (un fattore eziologico immesso o un determinato intervento) e l'endpoint (valutazione dell'esito, valutazione della qualita' della vita...).
Questa associazione può' essere sintetizzata schematicamente così:
ESPOSIZIONE ----> ENDPOINT
La sfida nella valutazione delle evidenze controllate e' determinare se l'associazione identificata (---->) sia causale. I criteri per valutare la causalità sono la temporalità, la presenza di ipotesi presuntive, la forza dell'associazione riportata. A differenza del ragionamento deduttivo che ci da risposte del tipo vero/falso, tali verità assolute non possono essere raggiunte con le sperimentazioni sistematiche (in pratica questo non accade neanche con il ragionamento logico deduttivo). Le conclusioni ricavate da studi sistematici sono sempre circondate da un certo grado di incertezza, di cui però si cerca di tenerne conto il più possibile.
-LA CAUSA HA PRECEDUTO L'EFFETTO?
Nel 2001 uno studio pubblicato dal BMJ suggeriva che la preghiera retroattiva accorciava i tempi di degenza ospedalieri in pazienti con infezioni ematiche. L'unico problema era che i pazienti erano già stati dimessi dall'ospedale quando le non specificate preghiere alla non specificata divinità erano state fatte.
Nella ricerca spesso può essere impegnativo districare la temporalità: ad esempio, nella ricerca sull'Alzheimer l'amiloide nelle placche e' spesso considerato la causa della malattia (di Alzheimer), ma alcuni ricercatori hanno suggerito invece che l'amiloide può essere il risultato piuttosto che la causa della malattia, e che anzi può essere anche protettiva. Lo studio rigoroso della temporalità e' un aspetto chiave della investigazione scientifica. E' l'unico criterio che deve essere soddisfatto per rivendicare la causalità; la causa
deve precedere l'effetto.
-NON FARE CONSIDERAZIONI A POSTERIORI
L'essenza della scienza e' che le ipotesi o le idee anticipino le osservazioni, e non che le ipotesi e le idee possono essere adattate ai dati osservati. Modificare esposizione o endpoint in corso d'opera o addirittura alla fine dello studio e' scorretto e indice di "furbizia". Deviare dalle ipotesi di pre-studio e' spesso paragonato ad una 'SEVIZIA' DEI DATI. Rilevare tali sevizie non e' facile: proprio come il seviziatore di corpi non lascia tracce del suo passaggio sul corpo delle sue vittime, il talentuoso seviziatore di dati non ne lascia nello studio pubblicato.
-COSA E' UNA IPOTESI PRE-STUDIO RILEVANTE?
Quando fu dimostrato che l'alendronato riduceva il rischio di fratture (beneficio tangibile), diventò il trattamento d'elezione mondiale nella cura dell'osteoporosi post-menopausa. Quando uno studio randomizzato ha dimostrato che la simvastatina era un farmaco salvavita nei pazienti con pregressa malattia cardiaca (beneficio ben tangibile), le vendite aumentarono nell'80% nei nove mesi successivi alla pubblicazione dello studio.
Un'altro importantissimo studio fece emergere la nocività della chirurgia oftalmica di routine, che indusse le istituzioni nazionali per la salute ad inviare un'allerta a 25000 oculisti e neurologi (in USA).
Farsi la domanda giusta e' fondamentale per capire effettivamente i potenziali di una determinata terapia. Di solito un quesito clinicamente rilevante ha in comune quattro importanti caratteristiche delle ipotesi prestudio: un endpoint clinicamente rilevante; un confronto di esposizioni rilevanti; un campione rappresentativo; minimi margini di errore.
Poniamo che dobbiamo valutare una nuova statina: le statine sono farmaci usati per controllare i livelli di colesterolo; il colosterolo alto e' un fattore di rischio per le malattie vascolari. Ora, per valutare effettivamente l'efficacia della statina di nuova generazione la domanda che dobbiamo porci e': La nuova statina quanto e' in grado di ridurre i livelli di colesterolo?
Oppure: la nuova statina quanto e' in grado di ridurre gli attacchi cardiaci e la mortalità? Naturalmente non può essere un valore ematochimico l'indicatore della salute del paziente. Tuttavia spesso vengono usate scorciatoie come queste per far passare un farmaco mediocre come un farmaco migliore del vecchio, in modo da poter vendere il nuovo farmaco coperto da brevetto e lasciare ormai il vecchio farmaco con brevetto scaduto sugli scaffali.
Questo comportamento non e' tipico solo delle case farmaceutiche, ma di qualsiasi azienda che ci sta vendendo qualcosa. Quindi attenzione a quello che promettono.
-LA DIMENSIONE E' RILEVANTE
Non voglio dar fiato ai più maliziosi tra voi, ma effettivamente avete ragione.
Maggiore e' il numero del campione, maggiore e' l'associazione, piu' bassa e' la probabilita' che sia causata da condizionamento, e ancora piu' probabile che sia causale. Preferisco non entrare nei dettagli matematici di come si puo' calcolare un rapporto di previsione perche' credo sia oltre i fini di questo pezzo. Sappiate comunque che esistono formule abbastanza semplici che ci permettono di prevedere l'affidabilità dei dati che raccoglieremo.
-C'E' UN'ALTRA SPIEGAZIONE?
Dozzine di studi epidemiologici sembravano avvalorare l'ipotesi che il beta-carotene fosse protettivo nei confronti del cancro al polmone: due trial clinici randomizzati fornirono prove inequivocabili del contrario.
Cosa e' andato male? Spiegazioni diverse con valore migliore o analogo non sono state esplorate; ci si e' soffermati sulla prima. E' possibile che il fumo di sigaretta non sia stato bene indagato come ipotesi alternativa e questo abbia portato ad un'incomprensione degli effetti benefici del beta-carotene.
Non esplorare in modo adeguato altre possibili cause ha portato ad uno spreco di risorse, sia da parte della comunità scientifica che dei pazienti che ci hanno rimesso di tasca e di salute.
E' possibile che errori di questo tipo si stiano ancora verificando? Ancora molta gente e' convinta che gli antiossidanti facciano bene; c'e' chi e' convinto che bere un bicchiere di vino al giorno faccia bene; chi mangia millemila porzioni di verdure al giorno...
-LO STUDIO E' STATO CORRETTAMENTE RANDOMIZZATO?
Per essere valido uno studio deve avere un campione il più rappresentativo possibile della popolazione, ma ancora più importante, l'assegnazione delle "cure" o del "controllo" deve essere casuale; e ne' il clinico che somministra la "cura", ne' il paziente, devono sapere se quello che hanno di fronte sia il farmaco da studiare o quello di controllo. Questo processo per quanto controverso e' fondamentale per ridurre al minimo l'interferenza dell'uomo e quindi deviare i risultati dello studio.
-QUANDO FARE AFFIDAMENTO SU STUDI NON RANDOMIZZATI?
Oltre 50 studi epidemiologici riportavano prove che la terapia sostitutiva ormonale forniva beneficio a donne in post-menopausa. Nonostante queste prove "forti" fornite da "eminenti" ricercatori, nonostante l'opposizione ad uno studio a doppio cieco con placebo, la ricerca Women's Health Initiative fu avviata. Il "miracolo" della terapia sostitutiva ormonale dimostrò un aumento di rischio di cancro alla mammella, demenza, infarto del miocardio, e colpo apoplettico (ictus).
Questo esempio dimostra la necessità e l'importanza di studi ranndomizzati.
-EFFETTO PLACEBO: CONCRETO O MISTIFICAZIONE?
Due grossi studi hanno quantificato l'effetto placebo. Il primo studio valutava l'entità dell'effetto placebo misurando la risposta dei pazienti a un trattamento che era riconosciuto come inefficace. Per trattamento inefficace si intendeva un trattamento ormai abbandonato dai medici, e che presentava almeno uno studio che ne attestava l'inefficacia. Con questi trattamenti inefficaci furono riscontrati effetti terapeutici da buono a eccellente nel45-90% dei casi; certamente un potente effetto placebo.
il secondo studio confrontò il placebo con veri interventi "senza trattamento". Un significante risultato si ottenne per il dolore, nessun altro risultato significante fu osservato per altri esiti come ad esempio la perdita di peso.
Il dolore si sa che e' un'esperienza soggettiva quindi molto influenzata dalla componente psicologica del paziente: non stupisce quindi che il dolore rispondesse al placebo.
L'effetto placebo esiste? Si esiste ed e' anche misurabile.
E' sufficiente a far guarire una persona? No.
Allora perché e' così importante? Perché se dobbiamo testare l'efficacia di un nuovo farmaco, dobbiamo capire se quel farmaco funziona a causa dell'effetto placebo, e quindi equivale ad una pillola di zucchero (con la differenza che quest'ultima costa molto meno), oppure ha qualche effetto reale dovuto alla proprietà intrinseca di quella molecola di interferire con qualche reazione all'interno del nostro organismo.
Naturalmente queste sono solo una parte delle considerazioni che dobbiamo affrontare quando prendiamo decisioni sulla nostra salute. Credo che comunque siano un buon punto di partenza e spero che ne facciate bagaglio.
Per ultimo, vi lascio a questo schemino che sintetizza la gerarchia presente nelle varie tipologie di studi e pubblicazioni che vengono eseguiti in ambito medico-scientifico.
La prossima volta che leggerete un articolo su qualche nuovissima scoperta scientifica avrete tutte le armi a vostra disposizione per potervi difendere a dovere. Divertitevi ad applicare queste piccole regole a quello che leggete e lasciatemi un feedback commentando sotto il post. Sono curioso di sapere se vi sono state utili per smascherare qualche furbetto. Alla prossima!




giovedì 2 maggio 2013

Pensiero sul multiculturalismo.


Il cittadino medio americano si sveglia in un letto costruito secondo un modello che ebbe origine nel Vicino Oriente. Scosta le lenzuola e le coperte che possono essere di cotone, pianta originaria dell’India; o di lino, pianta originaria del Vicino Oriente; o di lana di pecora, animale originariamente domestico addomesticato nel Vicino Oriente; o di seta, il cui uso fu scoperto in Cina. Tutti questi materiali sono stati filati e tessuti secondo tecniche e procedure inventate nel Vicino Oriente. Si infila i mocassini inventati dagli indios delle contrade boscose dell’Est America, e va nel bagno, i cui accessori sono un misto di invenzioni americane ed europee, entrambe di data recente. Si leva il pigiama, indumento inventato in india, e si lava col sapone, inventato dalle antiche popolazioni galliche. Poi si fa la barba, rito masochistico che sembra sia derivato dai sumeri o dagli antichi egiziani. Tornato in camera da letto, prende i suoi vestiti da una sedia il cui modello è stato elaborato in Italia e si veste. Indossa indumenti la cui forma derivò in origine dai vestiti di pelle dei nomadi delle steppe dell’Asia, si infila le scarpe di pelle tinta secondo un procedimento inventato nell’antico Egitto, tagliate secondo un modello derivato dalle civiltà classiche del Mediterraneo. Si mette attorno al collo una striscia di colori brillanti che è un vestigio sopravvissuto degli scialli che tenevano sulle spalle i croati del diciassettesimo secolo…
Andando a fare colazione si ferma a comprare un giornale, pagando con delle monete che sono un’antica invenzione della Lidia. Al ristorante viene a contatto con tutta una nuova serie di elementi presi da altre culture: il piatto è fatto di un tipo di terraglia inventato in Cina; il suo coltello è di acciaio, lega fatta per la prima volta nell’India del Sud, la forchetta ha origini medievali italiane, il cucchiaio è un derivato dell’originale romano. Prende il caffè, pianta abissina, con panna e zucchero. Sia l’idea di allevare mucche che quella di mungerle ha avuto origine nel Vicino Oriente, mentre lo zucchero fu estratto per la prima volta in India. Dopo la frutta e il caffè, mangerà le cialde, dolci fatti, secondo una tecnica scandinava, con il frumento, originario dell’Asia minore…
Quando il nostro amico avrà finito di mangiare, si appoggia alla spalliera della sedia e fuma, secondo un’abitudine degli indiani d’America, consumando una pianta addomesticata in Brasile o fumando la pipa, derivata dagli indiani della Virginia, o la sigaretta, derivata dal Messico. Può anche fumare un sigaro, trasmessoci dalle Antille attraverso la Spagna. Mentre fuma legge le notizie del giorno, stampate in un carattere inventato dagli antichi semiti, su di un materiale inventato in Cina e secondo un procedimento inventato in Germania. Mentre legge resoconti dei problemi che si agitano all’estero, se è buon cittadino conservatore, con linguaggio indo-europeo ringrazierà una divinità ebraica per averlo fatto al cento per cento americano.

sabato 9 febbraio 2013

Matrimoni omosessuali... cosa aspettiamo?


 



L'articolo 16 della “Dichiarazione ufficiale dei diritti dell’uomo” afferma:

Articolo 16
  1. Uomini e donne in età adatta hanno il diritto di sposarsi e di fondare una famiglia, senza alcuna limitazione di razza, cittadinanza o religione. Essi hanno eguali diritti riguardo al matrimonio, durante il matrimonio e all'atto del suo scioglimento.
  2. Il matrimonio potrà essere concluso soltanto con il libero e pieno consenso dei futuri coniugi.
  3. La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e ha diritto ad essere protetta dalla società e dallo Stato. »

La parola matrimonio deriva dal latino matrimonium, che letteralmente significa “compito della madre”, intendendosi il matrimonio un atto che rendeva legittimi i figli nati da tale unione. Allo stesso modo la parola patrimonium indicava il “compito del padre”, ossia di provvedere al sostentamento della famiglia.

Il concetto di matrimonio è legato a quello di famiglia: i due coniugi formano un nucleo familiare, che spesso in seguito si espande con i figli. Fare figli comunque non è “obbligatorio”, sia per motivi di scelta, che per problemi medici ci sono famiglie senza figli. È sempre possibile comunque adottare un bambino, che diventa a tutti gli effetti membro della famiglia.

Molte società nel mondo hanno tradizionalmente posto restrizioni al matrimonio tra consanguinei (endogamia) e al matrimonio con più persone (poligamia) oltre che al matrimonio tra due persone dello stesso sesso. Le ragioni di questi ostacoli sono essenzialmente di tipo “religioso” e culturale, sebbene nella storia dell’uomo da sempre sono presenti rapporti omosessuali. Il matrimonio, in effetti, è sempre stato visto come un mezzo per garantire la riproduzione e la nascita di nuovi cittadini, poi al di fuori del matrimonio uno era libero di vivere la propria sessualità come meglio credeva (interessantissimo, su questo argomento, il nuovo libro di Alberto Angela “Amore e Sesso nell’Antica Roma). Col passare degli anni però, la famiglia è cambiata, e se prima era formata essenzialmente da marito, moglie e figli, ora comprende nonni, zii, amici…il ruolo del matrimonio quindi forse è cambiato…

 

 

 

I matrimoni omosessuali, anche definiti in modo improprio matrimoni gay, consistono nell’unione legale del matrimonio tra due persone dello stesso sesso. In un numero sempre maggiore di paesi il matrimonio omosessuale è disciplinato dalla Legge. In tanti altri paesi invece il matrimonio non è riconosciuto, ma sono riconosciute altre forme di “unioni civili”.
In alcuni paesi, come in Italia ad esempio, alle coppie omosessuali non è riconosciuto nessun valore legale, o tutela di alcun tipo. Infine, nei paesi culturalmente meno evoluti, l’omosessualità è ritenuta un reato, fino ad arrivare ai casi estremi dove è punita con la pena di morte.

Da quanto ho letto ne risulta un dato che definirei abbastanza chiaro: la legittimità dei matrimoni omosessuali è correlata al grado di democrazia, diritto, equità sociale e cultura del paese; in paesi culturalmente evoluti, le unioni omosessuali sono una realtà, ormai da anni anche; man mano che vengono a mancare i diritti civili, man mano che aumentano le disparità sociali, ecco che vengono a mancare i matrimoni e le unioni civili tra omosessuali. Possiamo quasi affermare che la presenza dei matrimoni omosessuali sia un indice del grado di civiltà di quel popolo.
Quali sono le ragioni che vietano in alcuni stati l’unione legale tra due persone dello stesso sesso? Essenzialmente sono questioni di tipo religioso. Ma come?! Che c’entrano le religioni con il governo di un paese? La religione non dovrebbe intromettersi in questioni politiche! Le religioni dovrebbero occuparsi delle anime dei credenti.

Non è sempre così e non è sempre vero.

In Italia, però, dovrebbe esserlo. La politica italiana e la religione dovrebbero essere due campi completamente separati… e invece giornalmente siamo testimoni di politici che indossano il talare è ci propinano discorsi che potrebbero tranquillamente essere delle liturgie, e preti, vescovi, cardinali, ma anche cittadini credenti che si intromettono nella questione politica con temi che dovrebbero essere spirituali e basta.

Nessuno sta obbligando la Chiesa a consacrare i matrimoni omosessuali; nessuno sta dicendo alla Chiesa di appoggiare una legge che acconsenta ai matrimoni omosessuali… SEMPLICEMENTE NON LE COMPETE. Dovrebbero essere argomenti che la chiesa non dovrebbe proprio trattare!

Negli ultimi giorni non si parla di altro in tv, sul web, sui giornali…

Una coppia omosessuale, due donne, che hanno avuto un figlio: naturalmente una è la mamma naturale, l’ha ospitata nove mesi in grembo, l’ha concepita, e legalmente è la madre; l’altra donna invece, semplicemente è un’estranea, non ha nessun potere decisionale, nulla. Non può andare a prenderla a scuola, non può accompagnarla a fare una visita in ospedale… se mai un giorno la madre naturale dovesse morire, quella bambina sarebbe considerata un’orfana, e di conseguenza mandata in un istituto…

Questa è solo una delle tante storie di persone, e di bambini, ai quali in nome di un “valore” viene tolto qualcosa. Non credo che la legge dovrebbe permettere che avvengano dei fatti come questi, soprattutto a spese di quelle persone che ancora di più dovrebbero essere protette e tutelate.

La domanda che mi pongo io è cosa ci sarebbe di così male se due persone dello stesso sesso si unissero legalmente, in matrimonio o con un unione civile? Chi ci rimetterebbe? Quale danno sarebbe per la comunità?

Partiamo dal principio che tutti i cittadini sono uguali, hanno gli stessi diritti e gli stessi doveri, non esistono cittadini di serie B; in effetti, gli omosessuali non hanno gli stessi diritti degli altri cittadini!

Il loro amore non è un amore proibito, ma un amore che non è previsto. Se non ci sono leggi che esplicitamente regolamentano la questione, avendo un sistema di leggi in Italia di tipo “positivo”, significa che semplicemente non è previsto neanche come possibilità. È qualcosa che c’è, ma allo stesso tempo, non c’è. Non deve essere facile vivere in questo modo…

Credo sia arrivato il momento (ed è ora!!!) che si faccia qualcosa! Chiunque vincerà le prossime elezioni si dovrà impegnare per risolvere la questione. E c’è solo un modo per risolvere la questione, quello di permettere le unioni civili (o matrimoni) tra due persone dello stesso sesso.

Perché non si tratta solo di eredità, beni materiali e quant’altro; ci mancherebbe, questi motivi basterebbero e avanzerebbero! In tempi di crisi come questi chi se la può permettere una casa!!! e in eredità si ricevono solo i debiti!

Qui si tratta del sogno di due persone di vivere il loro amore in serenità, nella legalità. A nessuno dovrebbe essere negato di vivere il proprio amore con serenità!
Ho appena accennato alla questione adozioni, perché è una questione molto delicata da affrontare, e non mi ritengo in grado di toccare due argomenti così "forti" insieme in uno stesso post...