Crisi economica globale, guerre, smarrimento, perdita di valori... in una parola caos! Non fa per me, a me piace l'ordine, la simmetria delle cose; ma soprattutto mi piace la verità, o almeno è quello che cerco.

domenica 20 gennaio 2013

Bambini e dittatori...


Nel 1960, con l’intento di aumentare il tasso natale del paese, il dittatore Nicolae Ceaucescu vietò sia l’aborto sia la contraccezione, e tassò chiunque avesse più di 25 anni che fosse senza figli. Ma, parallelamente all’aumento delle nascite, aumentarono anche la povertà e i senza tetto; molti bambini venivano semplicemente abbandonati. La soluzione del dittatore fu quella di creare orfanotrofi in stile gulag, in cui i bambini erano, letteralmente, immagazzinati a migliaia. Nel 1990 alcuni giornalisti occidentali visitarono questi orfanotrofi: si trovarono davanti ad una situazione tragica. Era molto raro che i bambini venissero presi in braccio, o ricevessero alcun tipo di stimolazione intenzionale; molti furono trovati legati ai letti, lasciati da soli per giorni, con biberon di brodaglia fissati alla meno peggio in bocca, molti fissavano il vuoto con sguardo assente. Di fatto, si potevano attraversare una camerata di cento letti e non udire un suono. Le coperte erano intrise di urina e feci, e pullulavano di pidocchi. Il tasso di mortalità era devastante. Molti di questi bambini vennero adottati da famiglie canadesi, per crescerli nelle loro case, e in Canada questi bambini furono studiati. Gli scienziati suddivisero i bambini in due gruppi. Uno di essi appariva notevolmente stabile: comportamenti, rendimento scolastico, risposte allo stress erano equiparabili a quelli del gruppo di controllo costituito da ragazzi canadesi in buona salute. L’altro gruppo appariva altrettanto notevolmente problematico: disturbi dell’alimentazione, si ammalavano più di frequente, mostravano comportamenti sociali molto aggressivi. Dei veri e proprio teppisti in miniatura. Qual’ era la variabile indipendente? L’età di adozione. Quelli adottati entro il quarto mese erano quelli del primo gruppo. Quelli adottati dopo l’ottavo mese rientravano nel secondo gruppo. L’impossibilità di trovare sicurezza attraverso il legame, in una specifica età dell’infanzia, aveva chiaramente causato uno stress enorme ai loro sistemi psiconeuroimmunobiologici. Pur essendo ormai da tanto tempo fuori dall’orfanotrofio, questi bambini non sono mai riusciti ad essere liberi.

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