Crisi economica globale, guerre, smarrimento, perdita di valori... in una parola caos! Non fa per me, a me piace l'ordine, la simmetria delle cose; ma soprattutto mi piace la verità, o almeno è quello che cerco.

giovedì 17 gennaio 2013

Il Cervello: come farlo funzionare al meglio? -parte 1.


Con questo pezzo inizia la mia prima serie di articoli incentrati su un argomento: l'argomento in questione è il nostro cervello. Pur pesando solo circa il 2% del nostro peso, il cervello consuma il 20% delle nostre energie.
Come funziona? Di cosa necessita per funzionare al meglio? Come fa a imparare le cose più diverse? Come fa a dimenticarle?
In questo e nei prossimi articoli descriverò le regole per ottenere il meglio dal nostro cervello, per allenarlo, e per mantenerlo attivo per tutta la vita.

La regola numero uno è:

LE DONNE E GLI UOMINI HANNO UN CERVELLO DIVERSO.

Voglio cominciare con un argomento "delicato".
C'è differenza tra il cervello di una donna e quello di un uomo, oppure le affermazioni a riguardo sono semplicemente dei retaggi culturali? Quanto questi retaggi culturali influiscono sulle aspettative sociali, e quindi sul comportamento degli individui?
C'è molta confusione su come uomini e donne si relazionano, e ancor di più sul perché; c'è anche confusione tra i termini, come sesso e genere.
Useremo sesso per riferirci alla biologia e all'anatomia, mentre genere sarà riferito alle aspettative sociali.



Innanzitutto, il sesso è scritto nel DNA, il genere no.
Per prima cosa, andremo ad analizzare quali sono le differenze tra maschio e femmina a livello biologico, genetico.

In che momento diventiamo maschi o femmine, come?
Tutto comincia nel migliore dei modi, meglio di così non potrebbe cominciare: durante un rapporto sessuale. Centinaia di milioni di spermatozoi viaggiano all'impazzata all'interno dell'utero alla ricerca di un ovulo.
Ad un essere umano servono 46 cromosomi, 23 ne ha l'ovulo, e altrettanti lo spermatozoo.
Tra questi 46, due cromosomi andranno a determinare il sesso del nascituro: i cromosomi X e Y.
L'ovulo ha sempre il cromosoma X, lo spermatozoo può avere uno o l'altro: è quindi lo spermatozoo a  determinare il sesso dell'embrione. Il 50% degli spermatozoi avrà la Y, il restante 50% la X.
X e Y sono molto diversi: X contiene circa 1500 geni, Y circa un centinaio. I geni di X partecipano a tutto il processo di costruzione dell'embrione, e sono importanti per il resto di tutta la vita. I  geni di Y sono molto meno importanti: col passare del tempo infatti li stiamo perdendo (si stima circa 5 geni ogni milione di anni).
Con un solo cromosoma X, i maschi necessitano di tutti i geni  di X che riescono ad ottenere; le femmine, invece, ne hanno due, e si trovano di fronte ad un altro problema: hanno il doppio degli "ingredienti".
Per ovviare questo problema, la cellula mette in atto quello che viene definito "inattivazione del cromosoma X" (o anche silenziamento). Essendoci due cromosomi X, uno paterno e uno materno, tra cui scegliere, quale dei due viene più frequentemente inattivato? In realtà, al di là di ogni aspettativa, dagli esperimenti è risultato che non vi è nessuna preferenza, la scelta è apparentemente casuale. Questo significa che nella femmina ci sono cellule che hanno il cromosoma X paterno, e cellule con quello materno.
Nel 2005 è stato completato il sequenzamento del genoma umano, e si è appurato che una percentuale decisamente alta di geni del cromosoma X codifica per proteine  implicate nella costruzione del
cervello. Alcuni di questi geni possono essere coinvolti nella costituzione di funzioni cognitive superiori, dalle competenze verbali ai comportamenti sociali a certi tipi di intelligenza.
Lo scopo dei geni è quello di creare molecole che facciano da mediatrici tra le funzioni delle cellule in cui risiedono. Raggruppamenti di queste cellule vanno a costituire l'anatomia del cervello.
Siamo passati dunque dai geni all'anatomia: quanto le differenze genetiche tra maschi e femmine influenzano la neuroanatomia?
Nei laboratori si sono riscontrate differenze nella corteccia frontale e prefrontale, aree che controllano gran parte delle competenze volte alla capacità di prendere decisioni. In alcuni punti, la corteccia è più spessa nelle donne che negli uomini.
Ci sono differenze basate sul sesso nel sistema limbico, che controlla la vita emozionale e media alcuni tipi di apprendimento.
Sono presenti differenze anche nell'amigdala, responsabile delle emozioni, e del ricordarle: a dispetto di un diffuso pregiudizio sociale, l'amigdala è più sviluppata negli uomini che nelle donne.
A riposo, l'amigdala femminile comunica di più con l'emisfero sinistro (quello razionale), mentre quella maschile con l'emisfero destro (quello "creativo").

Le cellule del cervello comunicano attraverso sostanze biochimiche; nemmeno queste sfuggono alle differenze sessuali: fra tutte la regolazione della serotonina.
La serotonina è importante nel regolare emozioni e umori (gli antidepressivi, il Prozac ad esempio, agiscono aumentando la concentrazione di serotonina disponibile a livello sinaptico).
I maschi riescono a sintetizzarla il 50% più velocemente delle donne.

Tutte queste differenze significano qualcosa? Quanto interferiscono nei comportamenti?
Come succede spesso in medicina, ma ancora di più in neurologia,  molto di ciò che si sa del cervello si sa grazie alle malattie cerebrali.

Il ritardo mentale è più frequente nei maschi: molte di queste patologie sono dovute a mutazioni dei
geni presenti nel cromosoma X. I maschi hanno solo un cromosoma X, quindi se questo si danneggia,  siamo costretti a subirne le conseguenze.
Questa è la prova più evidente che dimostra il coinvolgimento del cromosoma X nel funzionamento
cerebrale e quindi nel suo comportamento.
I maschi sono affetti da schizofrenia in modo più grave rispetto alle femmine.
Le donne hanno il doppio della probabilità di sviluppare una depressione
I maschi hanno più frequentemente un comportamento antisociale.
Le femmine soffrono più spesso di ansia.
La maggior parte degli alcolisti e dei tossicodipendenti è di sesso maschile.

Ma per quanto riguarda i comportamenti sani?
Gli uomini e le donne rispondono in modo diverso agli stress emotivi: i maschi attivano l'amigdala dell'emisfero destro, le femmine quella dell'emisfero sinistro;  le donne ricordano i dettagli emozionali, gli uomini colgono l'essenziale.
Le donne hanno capacità verbali migliori degli uomini: è noto da diversi anni che i maschi soffrono il doppio di disturbi del linguaggio, e inoltre sembra che le donne si riprendono meglio da deficit verbali indotti da ictus. Questo è dovuto a differenze anatomiche: le donne tendono ad usare entrambe gli emisferi, gli uomini primariamente uno solo. Le donne presentano connessioni più spesse tra i due emisferi, gli uomini più sottili.
Queste prove sono a sostegno delle osservazioni fatte per anni dagli educatori: man mano che avanzano nel sistema scolastico, le bambine sembrano essere più sofisticate dei bambini a livello verbale. Sono migliori nei problemi di memoria verbale, di scioltezza verbale, e nella velocità di articolazione. Anche da adolescenti, le ragazze continuano a battere i ragazzi nell'elaborazione di dati verbali.

Tuttavia, quanto di questo è dovuto a differenze di sesso, e quanto al contesto sociale?
Quando si parlano, le ragazze mantengono un contatto visivo frontale, prolungato, si protendono e parlano moltissimo. Per contro, i ragazzi si guardano raramente in faccia, preferendo angolature degli sguardi parallele o oblique, hanno scarso contatto visivo.  Non usano le informazioni verbali per rafforzare le loro relazioni, fare delle cose insieme è il collante che mantiene intatte le loro relazioni.
Alle elementari, i maschi cominciano a usare le loro competenze verbali per qualcosa: negoziare il loro status in un gruppo. I maschi con uno status elevato impartiscono ordini agli altri maschi del gruppo, verbalmente e anche fisicamente. I leader mantengono il loro dominio non solo dando ordini, ma anche controllando che vengano eseguiti.
Gli altri bambini forti cercano di sfidarli, e questo spesso avviene con le parole. Quello che ne risulta è che nei maschi la gerarchia è molto evidente, e dura. 
Le bambine utilizzano comportamenti e strategie completamente diversi: vi sono tra loro anche bambine di status gerarchico più alto, ma per generare e mantenere le gerarchie non usavano la forza. Le bambine parlano molto: parlare è così importante che il tipo di discorso determina lo status. Confidare i propri segreti determina lo status di "migliore amica". 
La differenza dei generi potrebbe descriversi come una piccola ma molto significativa differenza nell'uso delle parole: "FA COSÌ!", nel caso dei maschi; "FACCIAMO COSÌ", nel caso delle femmine.
Nel tempo, queste vie di comunicazione vanno man mano rafforzandosi, inducendo differenti sensibilità sociali nei due gruppi.

Come possiamo sfruttare tutte queste informazioni nella vita di tutti i giorni?
Avere a che fare con le vite emotive di uomini e donne è parte integrante del lavoro di numerosi professionisti.
Questi dovrebbero sapere queste cose:
Le emozioni sono utili. Inducono il cervello a prestare attenzioni.
Uomini e donne elaborano certe emozioni in modo diverso,
Le differenze sono il prodotto di complesse interazioni fra natura e cultura.



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